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Chiamatelo Bonibauer

Senza la qualità di Verratti e Marchisio a centrocampo, la Nazionale deve puntare sui lanci di Leonardo Bonucci che qualche fan bianconero ha paragonato al fuoriclasse tedesco degli anni settanta

Chiamatelo Bonibauer

È vero non c’è Pirlo, è vero non c’è nemmeno Marchisio, è vero manca pure quel ragazzo promettente di Verratti e De Rossi può solo perdere dieci anni di vita nel tentare disperatamente di inseguire Hazard per tutta la serata azzurra di Lione. Ma allora cosa può fare questa Nazionale rimasta senza fosforo e geometrie per sottrarsi al supplizio belga? Deve fidarsi e puntare sui lanci di Bonucci che qualche spericolato fan bianconero battezzò Bonibauer per segnalare l’ardita parentela calcistica col gigantesco fuoriclasse tedesco degli anni settanta.

È proprio da una delle sue ispirate giocate che possiamo ammirare il gesto tecnico di Giaccherini seguito dal tocco felpato che è un gol d’autore. È il segreto più autentico di un ct artigiano che sembra richiamare l’abilità e la fantasia delle mamme del sud dinanzi a un frigo semi-vuoto: sono capaci di apparecchiare una cena con i fiocchi egualmente. Così Antonio Conte con la sua Italia di modesti operai del pallone che devono inventarsi un lancione di 30 metri del loro libero dai piedi educatissimi per aprirsi il varco vincente.

Certo poi lo spreco successivo di Pellè, le prodezze di Courtois e qualche sfondone difensivo (Darmian) hanno provveduto a denunciare i limiti tecnici di una Nazionale che deve arrangiarsi sempre per inventare un gol. Solo per difendere con i denti e con le unghie quel golletto deve tirar fuori tutta la forza delle sue migliori sentinelle che dispongono di un sistema d’allarme efficace, specie se De Sciglio si dimostra più utile di Darmian e se Thiago Motta, alter ego di De Rossi, si carica del giallo al primo artigliato.

Ecco un altro pericoloso segnale: le tre ammonizioni guadagnate nella ripresa, si rischia grosso per la terza partita. Negli ultimi minuti sembra di assistere all’assedio di fort Apache con dieci maglie bianche asserragliate negli ultimi 20 metri prima di castigare il Belgio col più sontuoso dei contropiedi chiuso dalla stoccata di Pellè (settimo sigillo). Il Belgio gioca e palleggia, la Nazionale vince quasi in carrozza alla maniera del vecchio caro calcio all’italiana. Questa è la prima lezione di Antonio Conte.

Vediamo la prossima.

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