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Chiellini, un muro d'oro per blindare le certezze della Juve incontenibile

A 34 anni vive il suo momento magico: difensore top al mondo e persino uomo-gol

Chiellini, un muro d'oro per blindare le certezze della Juve incontenibile

«Chiellini non fa reparto, è il reparto». Parole di Luciano Spalletti alla vigilia di Juventus-Inter. E il capitano bianconero venerdì sera ha pienamente confermato il pensiero dell'allenatore nerazzurro. Uno-due-tre interventi decisivi nella propria area, di testa e di piede sbucando all'improvviso e togliendo a Icardi e compagni la palla al momento del tiro. Non solo, anche nei sedici metri avversari è stato protagonista, escluso ovviamente il gol, nell'occasione migliore per la Signora, esaltando i riflessi di Handanovic con un colpo di testa.

E' un Chiellini che a trentaquattro anni sta disputando la sua stagione migliore in assoluto. Ha ritrovato il gol (quello del 2-0 che ha di fatto chiuso la gara in un momento di difficoltà) a Firenze, dopo quasi due anni, rispondendo così a Pioli che l'aveva esaltato come Spalletti alla vigilia. Giorgione ha ripulito il suo gioco dai falli, dai contrasti tutto forza che spesso l'obbligavano al famigerato turbante. Un'operazione avviata con successo già nella passata stagione e che sta trovando il compimento definitivo grazie anche alla fascia di capitano ereditata da Gianluigi Buffon. Quel pezzetto di stoffa sembra aver dato poteri soprannaturali al numero tre bianconero che contro l'Inter ha retto da solo il muro juventino di fronte all'assalto nerazzurro. Leader che esalta dopo ogni intervento risolutivo, la sua esultanza per un pericolo scongiurato come se fosse un gol fatto, è una scarica di adrenalina per l'Allianz Stadium e per i compagni. Un esempio, in tutto e per tutto. Mai una protesta sopra le righe, sempre pronto al cinque con l'avversario. Non si sbaglia di molto se in questo momento può essere definito il miglior difensore del mondo.

Se la copertina se l'è presa Mandzukic per il gol, Chiello si prende il manifesto del giorno dopo. E' lui l'emblema di una Signora che dopo la strigliata di Allegri post rimonta choc del Manchester United in Champions League, ha abbassato la saracinesca: cinque gare in un mese senza prendere gol. Giorgione c'è sempre stato, anche per soli cinque minuti come contro la Spal: un modo di entrare in campo che è stato un monito anche per i compagni, come a dire non si molla più niente.

Chiellini è l'uomo che getta le fondamenta, poi dalla difesa si sgancia un altro pilastro di questa Juventus che ha i tratti dell'invincibilità in campionato. Si chiama Cancelo. Dal miglior centrale del mondo al terzino più letale d'Europa in questo momento. Destra o sinistra non fa differenza. All'Inter, alla sua ex squadra, ha fatto girare la destra. Due foto emblematiche contro Asamoah, con cui si è scambiato maglia e ruolo durante l'estate: la giocata con cui mette a sedere il ghanese nel primo tempo; il cross per il gol di Mandzukic che brucia proprio l'ex giocatore della Juventus.

Se si cerca una spiegazione ai quattordici punti di differenza tra la Signora e l'Inter, questa è una delle più attendibili.

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