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Christian, la Tv del dolore quarant'anni dopo Alfredino

Esattamente quarant'anni dopo, la tv del dolore è andata di nuovo in scena. Stesso pathos, diversi i tempi, diverso grazie a Dio l'epilogo, diverse però le reazioni alla fine

Christian, la Tv del dolore quarant'anni dopo Alfredino

Esattamente quarant'anni dopo, la tv del dolore è andata di nuovo in scena. Stesso pathos, diversi i tempi, diverso grazie a Dio l'epilogo, diverse però le reazioni alla fine. Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 1981 Angelo Licheri raggiunge Alfredino Rampi nel pozzo di Vermicino, per tre volte lo imbraga, per tre volte la cintura si apre, niente. Non riuscirà a salvarlo. Per tre giorni, dal 10 giugno, quando la famiglia lancia l'allarme per la scomparsa del piccolo, l'Italia scopre la tv del dolore, la diretta della disperazione e un nuovo format di informazione televisiva nato per caso: per andare a riprendere il salvataggio del bimbo, non la morte. In molti si interrogheranno sull'opportunità, ma il senso di partecipazione collettiva a quel tragico evento porterà con sé l'assoluzione: nessuno ha sbagliato. Né chi ha ripreso e raccontato, né chi ha guardato e commentato. Eravamo tutti genitori, parenti, fratelli di Alfredino e la sua famiglia. Nella serata del 12 giugno 2021, un talentuoso giocatore di trent'anni torna alla vita dopo averla persa per undici minuti. Le telecamere dell'eurovisione scorgono l'atleta che corre e d'un tratto si accascia, le zoomate fissano i suoi occhi aperti e spenti, la disperazione dei compagni, della moglie scesa in campo, le preghiere del pubblico. È di nuovo tv del dolore, per molti Christian Eriksen è morto, è un altro Alfredino. No. Non lo è. Ad un tratto le telecamere guardone rimandano le immagini che quarant'anni prima la Rai aveva inutilmente atteso: quelle della speranza. Eriksen con gli occhi vigili, la mano sulla fronte, Eriksen vivo. È cambiato il mondo dal 1981. Quel giorno ci sentimmo disperati e vicini alla famiglia, in fondo grati alla tv del dolore. Oggi siamo tutti sollevati per il salvataggio in diretta di Eriksen ma cova il risentimento per quelle immagini. In Germania la tv Zdf è stata duramente attaccata per la diretta, in Inghilterra la Bbc dopo le accuse si è scusata.

E il povero regista danese che aveva coordinato le riprese ha passato la giornata a giustificarsi per aver ripreso una resurrezione.

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