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«Ciclismo cambiato e lui non si dà pace»

Diciotto gli italiani in gara, con il giovane Moreno Moser e l'enigmatico Damiano Cunego. Sarà un Tour senza il campione uscente: Wiggins, acciaccato e fragile; Nibali che pensa già a Vuelta e Mondiale di Firenze. Punta grosso Chris Froome, ma il sudafricano dovrà fare i conti con Contador. Oggi la prima tappa in linea, occasione per Cavendish di vestire la prima maglia gialla in carriera. Torna al Tour Damiano Cunego. «Il Piccolo Principe» del ciclismo italiano che, alla Grande Boucle, ha ottenuto un prestigioso 7° posto nel 2011 e un 11° nel 2006, l'anno in cui salì anche sul podio dei Campi Elisi con la maglia bianca di miglior giovane, guida la pattuglia azzurra in Francia. «Resistere. Resistere. Resistere. Questa è la parola d'ordine - ci racconta alla vigilia -. Devo fare come Evans: chi la dura la vince. Mai darsi per vinto. Mai farsi travolgere dagli eventi».
Torni a correre il Tour de France: cosa temi maggiormente di questa corsa?
«Soprattutto le tappe iniziali. I 3 giorni in terra corsa saranno molto difficili e snervanti».
Oggi che ciclismo è?
«Secondo me molto più vero, credibile e nonostante le parole di Armstrong, questo ciclismo ha cambiato radicalmente passo. Forse è lui che fatica a farsene una ragione».
Non pensi al Mondiale di Firenze?
«Ho imparato a mettere un obiettivo per volta. Prima un buon Tour e poi si farà il punto. Certo, un mondiale è sempre un mondiale, come faccio a non pensarci?».
Tre rimpianti da corridore.
«Il secondo posto al Mondiale di Varese. Alessandro (Ballan, ndr) in quell'occasione è stato bravissimo, ha colto il momento e ha monetizzato il gioco di squadra, ma io quell'anno ero davvero forte e mi è rimasto un po' di amaro in bocca. E un pochino mi brucia anche il secondo posto ottenuto all'Alpe d'Huez al Tour 2006: sono arrivato ad una manciata di secondi (11") da Frank Schleck. Ci riproverò quest'anno».
Froome o Contador?
«Io dico Contador, anche se Chris ha a disposizione una grandissima squadra (Sky, ndr). E poi non sottovalutate Evans, Rodriguez, Hesjedal, Van Garderen, Valverde, il giovane Quintana, tutti in grado di far saltare il banco».
Gli italiani pochi e con poche ambizioni…
«Meglio così, potremo smentire gli scettici.

Io ce la metterò tutta».

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