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La Cina mette le mani sulla serie A e la nazionale

Il tycoon Wang Jianlin compra Infront, cassaforte che gestisce diritti tv e marketing azzurro Intanto in Premier accordo record con Sky e Bt: 7 miliardi di euro per 168 partite

Un fondo di nome Wanda - di proprietà del tycoon cinese Wang Jianlin - mette le mani sui diritti tv della A e sul marketing pubblicitario della Figc. O sarebbe meglio dire, diventa di proprietà cinese il pacchetto azionario della «cassaforte» di tali diritti, l'advisor che ha assicurato al calcio italiano il tesoretto da un miliardo all'anno fino al 2018 e che cura la promozione della Nazionale. Passa nelle mani del colosso immobiliare d'Oriente (Dalian Wanda il nome completo) il gruppo Infront Sports & Media AG, la più importante e riconosciuta società di sports marketing: un miliardo e 50 milioni di euro la spesa per subentrare al gruppo svizzero di private equity Bridgepoint guidato da Philippe Blatter, nipote del presidente Fifa Sepp.

Certo, le attività italiane seguite da Marco Bogarelli sono appena meno della metà del fatturato integrale di Infront. Che ha sede a Zug, in Svizzera, vanta partnership di lunga durata con 160 rights holder e un centinaio di sponsor e agenzie media, si compone di un esperto team di persone che lavora in oltre 25 uffici di 13 diversi Paesi, occupandosi di tutti gli aspetti di ogni evento sportivo di successo - tra cui la distribuzione dei diritti media, le sponsorizzazioni, la produzione media e l'organizzazione di eventi -, garantendo 4.000 giornate di alto livello all'anno in tutto il mondo. In più è numero uno negli sport invernali e ha un ruolo di primo piano nel calcio e negli sport estivi. Quindi l'operazione non riguarda solo il «circo» mediatico italiano. Anche se di fatto l'affare messo in piedi dall'imprenditore cinese è uno dei più grandi mai chiusi in relazione a un mercato di casa nostra.

«Nulla cambia, i diritti tv sono e saranno saldamente nelle mani della Lega di A - precisa il presidente Maurizio Beretta -. Infront, che fa un buon servizio, ci aiuta a vendere al meglio il prodotto che resta comunque il nostro». Resta il fatto che Infront Italy - oltre 150 professionisti nelle sedi di Milano e Roma - pesa e non poco nel calcio tricolore: vendita dei diritti tv in Italia e all'estero, con oltre il 50 per cento delle risorse del calcio di prima serie garantito dall'intermediazione e dai minimi garantiti dalla società di Zug; advisor pubblicitario della Federcalcio, inclusa la promozione della Nazionale - minimo garantito 57 milioni l'anno -; marketing e pubblicità a bordo campo di otto club di A tra cui le milanesi, le genovesi e la Lazio. E viste la capacità di Marco Bogarelli a tenere le fila della maggioranza dei club in Lega calcio, è improbabile che Jianlin si privi della sua consulenza nel ramo italiano del colosso. «Per i tifosi italiani non cambierà nulla, ma cresceranno le prospettive di crescita del mercato italiano che potrà contare su potenzialità che investiranno l'indotto, il capitolo stadi tanto per dirne uno», così Bogarelli.

Uno dei primi effetti positivi potrebbe essere una maggiore diffusione in Cina, mercato che sta esplodendo: lo stesso Marcello Lippi, ct campione del mondo, è dal 2014 direttore tecnico del Guangzhou.

E se l'Europa prende sempre più la via dell'Oriente, è indubbiamente strategica da parte del gruppo Wanda l'acquisizione di Infront, ritenuto «il meglio posizionato per sostenere attivamente la Cina nei suoi sforzi di competere nei maggiori eventi sportivi mondiali», vedi Russia 2018 e Qatar 2022 per il calcio. Ma anche per la forte candidatura di Pechino, favorita per l'assegnazione dei Giochi invernali 2022.

Intanto la Premier League ha annunciato di aver raggiunto un accordo record da 5,136 miliardi di sterline, circa 6,9 miliardi di euro, per la cessione dei diritti tv dal 2016 al 2019 di 168 (su 380) partite del campionato a Bt Sport e a Sky. Il contratto in vigore vale 3,018 miliardi di sterline, quindi i ricavi saliranno del 70 per cento.

La forbice con l'Italia è sempre più ampia.

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