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Il Cinquino fa il pieno, per festeggiarlo fans da tutta Europa

Celebrati i 35 anni di Fiat 500 Club Italia E il 25% dei possessori ha meno di 40 anni .

Roberta Pasero

Garlenda (Savona) Le note si alzano improvvise, senza un direttore d'orchestra. Colorano il silenzio in una sinfonia tripartita di assoli e arpeggi. Allegro-adagio-allegro. Vivaldi? No no. Altra musica. Quella di 920 motori bicilindrici che all'accensione si trasformano in Estro armonico. Che plasmano in partiture imprevedibili la passione di chi è arrivato da 11 nazioni (Irlanda, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Austria, Germania, Belgio, Olanda, Spagna, Svizzera, Francia e Italia) per il 36° Meeting Internazionale Fiat 500 di Garlenda, la cittadina ligure sinonimo di tutto quanto fa Cinquino. E per festeggiare anche i 35 anni di Fiat 500 Club Italia, il più grande club di modello al mondo. Con 21mila soci, 300 in Giappone, 22 in Australia, uno in Nuova Zelanda. Direte: non è una passione per giovani. Errore: «Il 25% di chi possiede e guida una 500 d'epoca é under 40, quindi è nato quando la bicilindrica era già un mito», annota Domenico Romano, pirotecnico fondatore presidente del Club e ideatore del raduno diretto da Alessandro Scarpa. «Fiat 500 è più di un'auto. È passione. È simbolo universale di italianità, per questo piace senza distinzioni».

Una nessuna centomila. F, H, N, L, R, berlina, cabriolet, sport, giardiniera, Gamine. Popcar trasformiste che prendono la forma dei sogni di chi le guida. E nei sogni, si sa, tutto è possibile. Anche attaccare sul bagagliaio un giradischi vero che suona veri dischi in vinile. O guidare con una giraffa che si affaccia dal tetto. O trasformare tailor made due 500, una marciante l'altra no, in una limousine bicolor. O wrapparla con i Flinstones.

Allegro-adagio-allegro. L'adagio è una carovana multicolor di 920 equipaggi slow drive per un Gran Tour tra mare ed entroterra, tra Andora e valle Arroscia. Vite & avventure che s'intrecciano con la storia di un marchio. Che passa anche attraverso la famiglia Giannini, specializzata nell'elaborazione di motori per vetture sportive, comprese le Fiat 500 versioni da corsa. Qui, su un Cinquino bianco del 1962, ecco Maria Grazia e Sabina Giannini, moglie e figlia di Franco, scomparso nel 2003, a far sì che l'epopea continui.

«C'era grande rivalità in pista con Abarth, ma in realtà erano i Giannini a costruire alcuni pezzi dei suoi motori dopo che non l'avevano assunto in quanto voleva uno stipendio eccessivo», spiega Maria Grazia Giannini, 88 anni, che dai 20 ha condiviso l'avventura del marito. «Anni memorabili tra l'officina che sembrava un tempio con i meccanici in camice nero, l'odore acre dell'olio motore e il circuito di Vallelunga dove su una 500 correva di nascosto da suo padre anche Luca di Montezemolo sotto lo pseudonimo di Nerone». Come non poteva un Club così creativo non finire per i 35 anni sul luogo simbolo della Riviera ligure, il muretto di Alassio? Domenico Romano autografa il bozzetto della piastrella, tra il prosindaco Angelo Galtieri e Angela Berrino, figlia del pittore Mario Berrino che inventò il muretto con Ernest Hemingway. C'é una «rossa» attraversata dalla scritta Fiat 500 Club Italia 35. Rossa come la Jolly Ghia Spiaggina del 1957, che era proprio di Berrino, con un falchetto sul cofano che, aumentando la velocità, ancora muove le ali.

La piastrella troverà posto tra le mille di questa inimitabile scultura in progress. D'altra parte, Fiat 500 è non è un'opera d'arte?

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