Sport

Il «classico» rialza la testa e ora sfida i crossover

di Piero Evangelisti

Non ci sono soltanto Suv e crossover nel futuro degli automobilisti: è questo il messaggio che le decine di novità esposte all'87° Salone Internazionale dell'Auto di Ginevra mandano, molto forte, ai futuri clienti e a tutti coloro che si occupano del settore automotive. Certo, gli Sport Utility Vehicle, e i derivati crossover, continuano a essere protagonisti della scena, basta vedere Range Rover Velar, l'ultima creatura del designer Gerry McGovern che va a completare la gamma dei Suv di Land Rover, il marchio britannico che, insieme a Jeep, che a Ginevra porta in anteprima Compass, ha creato, partendo da rudi fuoristrada, quello che oggi è il più vitale segmento del mercato automobilistico. E anche il Gruppo Psa punta moltissimo sul Suv DS7 Crossback per affermare definitivamente il nuovo brand Ds sulla scena mondiale. Una strada scelta anche da Volvo, la svedese con passaporto cinese, che rinnova, e ce n'era davvero bisogno, la Xc60, riletta nelle forme dal chief designer Thomas Ingenlath che sta tracciando il nuovo (...)

(...) cammino della Casa che, non bisogna dimenticarlo, ha inventato le station wagon. Per fortuna, però, non si vive soltanto di Suv.

Al Palexpo ginevrino, infatti, continuano a reggere molto bene, con novità di tutte le taglie, le forme classiche, quelle delle berline due volumi a cinque porte, delle station wagon e delle cabriolet che, per esempio, vengono celebrate allo stand Mercedes con la nuova Cabriolet della Classe E.

Crescono le piccole, come Kia Picanto e Toyota Yaris che entrano nel cuore del mercato europeo completamente rinnovate, e più in alto c'è Opel che schiera due classici, la berlina e la station wagon della nuova Insignia. La voglia di classico, insomma, è ancora viva, così come la voglia di guidare, perché la guida autonoma, presente su tutti gli stand, non è così imminente come si potrebbe pensare, e lo stesso si può dire per l'alimentazione elettrica che continua a rimanere confinata in pochi modelli. Come si fa a pensare di affidare a un'intelligenza artificiale un'auto come la Ferrari 812 Superfast, 800 cavalli, la supercar più potente nella storia del Cavallino rampante? Meglio concentrarsi sulle tecnologie legate alla guida assistita, quella veramente utile che i costruttori stanno rendendo progressivamente accessibile, dosando secondo le regole commerciali i tanti dispositivi dalla frenata di emergenza al cruise control intelligente, dal controllo dell'anglo cieco al mantenimento della corsia di marcia che sono oggi a portata di mano con qualche sensore in più e pochi economici chip.

A Ginevra il futuro, quello che ci hanno prospettato negli ultimi anni, sembra un po' più lontano, ma più credibile in attesa che ci siano le risorse per creare le famose smart city, le infrastrutture che dialogano con i veicoli per l'autonomous drive e le reti di ricarica per le auto elettriche che a livello europeo crescono di qualche migliaio ogni anno. In questo scenario anche il design si avvicina a una svolta, lo annuncia Mercedes-Benz che, pochi giorni prima del Salone, ha svelato, a Stoccarda, una scultura chiamata Aesthetics A che lascia intuire le forme della prossima Classe A. L'epoca delle nervature, della scultura della carrozzeria e dei muscoli in bella vista è finita, e se lo dice Gorden Wagener, grande capo dello stile di Stoccarda che non ha mai lesinato negli eccessi stilistici c'è da crederci.

Si torna al rigore delle proporzioni, delle superfici piane, e trovare una personalità sarà sempre più difficile. Sono in arrivo tempi duri per Suv e crossover oggi ricchi di svolazzi barocchi spasmodicamente ricercati per trovare una identità.

Piero Evangelisti

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