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Com'è nero il futuro del pallone africano

Corruzione, formazioni dettate dai ministri, ripicche per i premi partita

I giocatori del Ghana dopo la batosta  con i meno talentuosi calciatori degli Usa
I giocatori del Ghana dopo la batosta con i meno talentuosi calciatori degli Usa

Al Camerun le ha suonate il Messico senza mariachi, la Costa d'Avorio non ha convinto, la Nigeria ha provocato più di uno sbadiglio agli spettatori di Curitiba e il Ghana si è fatto mettere sotto dagli americani, che non sono proprio gli inventori della sfera di cuoio. L'Africa vede nero, calzante gioco di parole per spiegare quello che potrebbe essere l'ennesimo fallimento di un continente che ha fame di pallone, che sforna talenti a getto continuo, ma che quando il gioco si fa duro ritorna di gran carriera tra le pieghe dell'anonimato sportivo.

Corruzione e disorganizzazione sono i veri mali che affliggono il pallone a quelle latitudini e che mandano in frantumi qualsiasi speranza iridata. Il Camerun non ha risolto ancora la querelle dei premi partita. Tira aria di fronda e i Leoni Indomabili sono scesi in campo a Natal senza un briciolo di agonismo. I giocatori battono cassa, da Yaoundé fanno orecchie da mercante, e Samuel Eto'o si inventa persino un infortunio non meglio precisato pur di saltare le sfide con Croazia e Brasile. Nella Costa d'Avorio invece il problema è l'allenatore: la vecchia guardia avrebbe voluto l'ex ascolano François Zahoui, che ben aveva lavorato con gli "elefanti". Il francese Sabri Lamouchi non se lo fila nessuno e chi si è messo di traverso, come i forti attaccanti Seydou Doumbia e Lacina Traorè, è rimasto a casa. Inoltre l'ex centrocampista del Parma ha il contratto in scadenza e si è già accordato con l'Algeria.

La Nigeria invece ha un parafulmini più che un allenatore: Stephen Keshi va in panchina ma la formazione gli viene dettata direttamente dal ministro dello sport Yusuf Sulaiman. Senza contare la mancanza di serenità dei cinque giocatori di fede islamica che hanno ricevuto minacce di morte dall'organizzazione terroristica Boko Haram per aver accettato di prendere parte alla Coppa del Mondo. Il Ghana sembrava del lotto la squadra di maggiori prospettive, sia per l'ottima organizzazione di gioco che per le individualità di straripante livello tecnico.

Eppure non è tutto oro quello che luccica e il ct Akwasi Appiah per mantenere l'incarico ha dovuto assecondare il volere dei suoi superiori lasciando a casa gente del calibro di Annan, Pantsil e Vorsah, per portare giocatori a digiuno di esperienza internazionale (Rashid Sumaila su tutti), il cui cartellino però appartiene a procuratori vicinissimi al presidente della federazione Nyantakyi.

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