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Al «Concorso d'Eleganza» il dominio è tutto italiano

«Coppa d'Oro» e «Best of Show» all'Alfa 8C 2900B già vincitrice a Pebble Beach. Trofeo Bmw a Lancia Astura

Cesare Gasparri Zezza

Cernobbio (Como) Il vero vincitore di quest'anno del Concorso d'eleganza di Villa d'Este è stato il pubblico. Nonostante i temporali e la tappa del Giro d'Italia, che domenica ha bloccato gran parte delle strade di accesso, tanti appassionati sono accorsi ad ammirare, votare e celebrare le più belle auto di sempre. La «Coppa d'Oro» del pubblico e il premio «The Best of Show» sono andati all'Alfa Romeo 8C 2900B del 1930 (vale 20 milioni), mentre il Trofeo Bmw Italia se lo è aggiudicato una Lancia Astura IV Serie del 1930. L'Alfa 8C 2900B salita sul podio è la stessa che, la scorsa estate, era stata premiata al Concours d'Elegance di Pebble Beach, in California. Nella sezione delle due ruote, il Trofeo Bmw Group è stato vinto dalla Koehler-Escoffier del 1929. Il Trofeo Villa Erba se lo è aggiudicato, con un referendum popolare, la Bmw R68, prima moto nella storia della Casa bavarese a infrangere il muro delle 100 miglia (160 km/h).

Come al «Concours of Elegance» californiano, anche a Villa d'Este si stanno sviluppando eventi collaterali. Pirelli, tornata protagonista come partner del weekend lariano, ha fatto sfilare le 50 auto d'epoca del Concorso nel «Villa d'Este Prelude Tour». Con l'armonioso suono degli scarichi che ne anticipava l'arrivo, le più belle del reame hanno calcato l'asfalto delle strade lungo gli angoli più suggestivi del Lago di Como. Come dive si sono lasciate ammirare e fotografare diventando protagoniste nei post pubblicati dai fortunati presenti. Il passato e il futuro si sono incontrati alla cena di gala. Nel giardino del prestigioso hotel, Bmw ha presentato la R18 e la Garmisch, rispettivamente concept a due e quattro ruote. Alla R18, il compito di anticipare la family lane delle moto che usciranno nei prossimi anni. Garmisch, invece, è un ritorno al passato, una concept disegnata dal grande Marcello Gandini (presente alla kermesse) per Bertone e sparita misteriosamente dopo il suo debutto al Salone di Ginevra del 1970.

Sotto la tettoia allestita davanti al palco nel giardino di Villa Erba, mentre le dame ingioiellate si proteggevano dal freddo con una copertina offerta dalla Casa d'aste RM Sotheby's, gli uomini si contendevano i lotti a colpi di rilanci. Nonostante sul tabellone siano passate cifre milionarie, non si è registrato nessun record assoluto. A fine serata, un Cavallino di Maranello (lotto 148), la 500 Mondial del 1954, ha toccato la cifra massima della serata; piazza d'onore a una Porsche 550A Spyder (lotto 140) battuta per 3 milioni.

Tra un drink e l'altro, facoltosi collezionisti, quasi tutti stranieri, hanno agitato il loro cartellino, mentre un coinvolgente battitore, in un italiano stentato, misto all'inglese, cercava di accaparrarsi le simpatie degli astanti. Rilanci da decine di migliaia di euro, ma a volte anche di molto meno.

Quando una Maserati 3500 GT del 1959 (lotto 170) raggiungeva il traguardo dei 150mila e la platea sembra perdere interesse, il banditore iniziava a suggerire rialzi di pochi euro. Una puntata di ben mille euro e un misterioso gentleman al centro della platea si è portato a casa la vettura modenese.

È arrivato il momento più atteso, quello della sfilata che decreta la più bella. Un sonoro applauso sembra dare il ritmo al motore di una Miura P400 S del 1971, appartenuta a Little Tony, una delle sei con livrea Azzurro Mexico realizzate dalla Casa del Toro. Qualcuno vede Valentino Balboni, il collaudatore storico della Casa di Santt'Agata Bolognese, sorridere al passaggio.

Il resto è storia.

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