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Conte vota la Brexit. Il rilancio per lo scudetto passa dall'Inghilterra

Moses è il quarto rinforzo "inglese", ma non è finita: in arrivo ci sono pure Eriksen e Giroud

Conte vota la Brexit. Il rilancio per lo scudetto passa dall'Inghilterra

Alla faccia della Brexit, verrebbe da dire. L'Inter sta pescando a piene mani dal mercato inglese per rifarsi il look e provare a dare l'assalto allo scudetto. Tra l'estate e l'attuale finestra di mercato invernale sono già 4 gli innesti provenienti dalla Premier League (Lukaku, Sanchez, Young e Moses). E Marotta non si ferma qui: l'ad nerazzurro è pronto a fare shopping di nuovo a Londra per regalarsi altri due colpi inglesi: Eriksen (Tottenham) e Giroud (Chelsea).

Molteplici le ragioni alla base dell'Inter Made in Premier. La prima è di natura economica, visto che molti di questi rinforzi sono a costo zero o quasi. La seconda porta, invece, la firma di Conte, che in Inghilterra ha allenato vincendo Premier e FA Cup col Chelsea. Proprio il tecnico salentino ha caldeggiato gli arrivi di alcuni suoi pupilli apprezzati durante l'esperienza londinese. Da Moses a Giroud senza dimenticare quel Lukaku, oggetto del desiderio di Conte sin dai tempi del Chelsea. Un inseguimento durato 3 anni e coronatosi a luglio grazie a Suning, che l'ha pagato dallo United 65 milioni più bonus.

Big Rom rappresenta, infatti, la classica eccezione alla regola. Il belga resta l'unico calciatore di prima fascia strappato da un'italiana alle big inglesi negli ultimi anni. Tutti gli altri erano elementi ai margini delle rispettive squadre e dalle condizioni contrattuali favorevoli. Pure Tevez (Juve) e Dzeko (Roma), due che in A hanno fatto sfracelli, al City scaldavano la panchina. Un segnale di come il nostro calcio viaggi, ahinoi, a livelli inferiori. Chi è comprimario Oltremanica, in A può fare ancora la differenza.

Il copione non dovrebbe cambiare neppure per i nuovi interisti. Da Sanchez e Giroud, relegati al rango di riserve rispettivamente con United e Chelsea, passando per Young e Moses. Quest'ultimo finito addirittura in Turchia dopo essere stato epurato da Sarri nella scorsa stagione. Tradotto: parliamo di calciatori che il meglio l'hanno dato in passato. Sicuramente possono rappresentare rinforzi validi per alzare in fretta il tasso di esperienza della squadra nonché l'abitudine a lottare per grandi traguardi, ma difficilmente utili sulla lunga distanza. Anche e soprattutto per ragioni d'età. Differente il discorso relativo a Eriksen, che rappresenta una ghiotta opportunità in virtù del contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. I 20 milioni richiesti dagli Spurs appaiono il più classico dei saldi da prendere al volo, visto che il danese - se avesse avuto un legame più lungo - sarebbe stato valutato almeno 60 milioni.

A proposito di parametri zeri: ieri l'Inter ha incontrato l'agente del giovane Chong dello United.

Piace per l'estate, anche se le richieste dell'olandese appaiono troppo elevate (quinquennale da 2 milioni netti a salire più maxi-commissione da 5-6 milioni per il procuratore). Questa Inter targata Premier League farebbe bene però a non disperdere i gioielli nostrani: sicuri che il declinante Sanchez o il talentino inespresso Chong siano davvero meglio del baby-fenomeno Seba Esposito, che i nerazzurri potrebbero prestare al Parma?

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