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La Coppa America con le ali non vola

È il problema tecnico più grande e potrebbe compromettere lo show

La Coppa America con le ali non vola

Ancora notizie da Auckland, Nuova Zelanda: un paese da sogno in questo momento, uno dei pochi al mondo dove si fa una vita normale, che vuol dire senza mascherina. Le barche della Coppa America corrono forte ma hanno più di un problema tecnico da risolvere. Il più grave, quello che potrebbe compromettere tutto lo show è il sistema di sollevamento dei foil, realizzato con una idraulica piuttosto complessa.

Lo hanno progettato, come elemento comune alle quattro barche per ridurre i costi, gli ingegneri di Emirates Team New Zealand, dovrebbero essere i più bravi: però funziona male, non sempre risponde ai comandi e agli sforzi imposti alle barche. È lui il responsabile dei tuffi improvvisi prua in acqua come quello di Patriot contro Luna Rossa.

Da qualche giorno a proporre il tema alla stampa è sir Ben Ainslie, lo skipper di Ineos Team Uk, che lo ha apertamente criticato. Nel primo giorno è rimasto a piedi due volte, il suo shore team ha lavorato tutta la notte per metterlo in grado di subire due sconfitte consecutive negli incontri con New Zealand, ma almeno di finire il percorso. È probabile che questo nelle prossime settimane diventi il problema da risolvere. Il timoniere di destra di Luna Rossa, James Spithill, si è lamentato invece di come la sua elettronica gli restituisca una posizione delle linea di partenza e delle boe sbagliata: per questo la barca italiana ha conquistato, si fa per dire, due penalità per essere entrata troppo presto nel box di partenza.

Questa notte finiscono le PRADA America's Cup World Series Auckland, i quattro concorrenti hanno incontrato i loro avversari due volte. Domani un giorno dedicato alla PRADA Christmas Race che avrà uno schema a eliminazione diretta, poi le vacanze di Natale, che i team passeranno a leccarsi le ferite, in riunioni e lavori notturni.

È la Coppa America.

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