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Cori razzisti a Balotelli, aperta inchiesta per discriminazione razziale

La Procura di Verona ha aperto una doppia inchiesta per discriminazione razziale dopo i cori razzisti a Balotelli

Cori razzisti a Balotelli, aperta inchiesta per discriminazione razziale

La Procura di Verona ha aperto un'inchiesta per discriminazione razziale contro ignoti dopo i cori razzisti contro Mario Balotelli durante la partita Hellas Verona-Brescia.

Il caso Balotelli diventa oggetto di indagine della giustizia ordinaria, la Procura di Verona guidata da Angela Barbaglio, ha aperto infatti una doppia inchiesta per discriminazione razziale in violazione della legge Mancino. Al momento l'accusa è contro ignoti ma si stanno identificando i tifosi, autori degli insulti razzisti dalla Curva Sud e pertanto la polizia ha già depositato una informativa in procura. Nel frattempo gli investigatori della Digos stanno acquisendo i filmati delle telecamere dello stadio Bentegodi e i vari video pubblicati sui social network, e procedendo all’audizione di persone informate sui fatti. Non è la prima volta che la procura di Verona apre un fascicolo di indagine, su manifestazioni razziste da parte di tifosi dell’Hellas. Già nel giugno scorso i pm veronesi avevano avviato un’indagine sui cori della tifoseria per festeggiare la promozione della squadra in Serie A, inneggianti ad Adolf Hitler e Rudolf Hesse.

Secondo quanto confermato nel pomeriggio dal Brescia Calcio, la Procura della Repubblica di Verona ha aperto aperto due fascicoli d’indagine con l’ipotesi di reato di violazione della legge Mancino sull’istigazione alla discriminazione razziale. Al centro dell’indagine dopo il caso dei cori ci sarebbero le dichiarazioni rilasciate a una Radio locale da Luca Castellini e gli ululati sentiti nitidamente nel settore ''Poltrone Est'' dello stadio Bentegodi e per cui il Giudice sportivo ha già preso provvedimenti. Qualche ora prima era arrivata la decisione dell'Hellas Verona di interdire lo stadio al leader della tifoseria, Luca Castellini fino al 30 giugno 2030, che risultava già sottoposto a Daspo firmato dal Questore per fatti avvenuti in precedenza nel corso di manifestazioni sportive, con validità fino al 2022, ed è quindi da tempo lontano dalle curve.

Le numerose polemiche, sorte dopo gli episodi dello stadio Bentegodi, ha tuttavia provocato la ferma reazione delle istituzioni politiche e religiose della città. Cinque consiglieri comunali di maggioranza hanno depositato una mozione per impegnare il sindaco ad ''adire le vie giudiziali nei confronti di Balotelli e di tutti colote che attaccano Verona diffamandola ingiustamente''. Il sindaco scaligero Federico Sboarina, presente domenica allo stadio ha dichiarato: ''Non può esistere che da un presupposto che non esiste, perché allo stadio non ci sono stati cori razzisti, venga messa alla gogna una tifoseria e una città''. E anche il vescovo Giuseppe Zenti è intervenuto per difendere una città ''accogliente, inclusiva, ricca di associazioni di volontariato, che non merita di essere infangata''.

Intanto è arrivata la decisione del Giudice Sportivo di chiudere per un turno il settore est dello stadio di Verona. Secondo il rapporto della procura Figc, i cori contro Balotelli sono stati "chiaramente percepiti, oltre che dal calciatore, anche dal rappresentante della Procura federale posizionato in prossimità", ma dopo di questi "si sono levati, da parte dei tifosi assiepati nell'attigua "curva sud", cori di sostegno, seguiti da un lungo applauso''. Il referto arbitrale e la relazione della Procura federale sulla partita hanno indotto il giudice a infliggere al club veneto la sanzione di chiusura per una giornata effettiva di gara con decorrenza immediata, di quel settore dello stadio Bentegodi.

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