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Cutrone, Chiesa & co. la rivoluzione federale della giovine Italia

Dopo la trafila nelle varie rappresentative c'è una generazione di talenti per il rilancio

Cutrone, Chiesa & co. la rivoluzione federale della giovine Italia

Firenze La meglio gioventù azzurra, il domani che è già presente. Perché l'Italia va ricostruita con un cemento particolare, l'entusiasmo. Una nuova energia che sapranno portare ragazzi come Cutrone e Chiesa. Chiedere a Milan e Fiorentina, giusto per farsi un'idea. Entrambi sono partiti dal ricordo di Davide Astori: «Una tragedia immensa. Bisogna reagire soprattutto per lui». Chiesa poi ha subito fatto capire con che animo si è presentato: «Mi farà trovare pronto per questa Nazionale».

Il primo è del '98, l'altro del '97, sono in carriera, ma dimostrano di essere ancora giustamente ragazzi quando parlano dei mostri che si troveranno davanti: «Vedremo Messi - dice Cutrone -, finora per noi è stato solo un personaggio della Playstation. Leo è il calcio, siamo onorati di giocarci contro». Mentre il viola gli fa da sponda ricordando un incrocio simile, quello del 23 agosto scorso, trofeo Santiago Bernabeu, con CR7: «Ho già incontrato Cristiano Ronaldo, in amichevole a Madrid. Era imponente, sembrava finzione, provai un sentimento di incredulità, e la stessa cosa sarà a Manchester con l'argentino».

La vergogna dell'eliminazione dai Mondiali non si cancella, lo ricordava due giorni fa Lele Oriali, ma bisogna pur ripartire. Di Biagio picchia sul tasto della meglio gioventù perché è un federale da 8 anni, quasi due lustri. In questo cammino il nuovo ct ha visto passare sotto i suoi occhi ragazzi che sono diventati uomini e adesso sono in Nazionale. Cutrone e Chiesa sono esempi illuminanti, ma vale per Pellegrini, Caldara, Romagnoli, senza dimenticare gli eredi di Buffon, Donnarumma e Perin. Per non parlare di Bernardeschi, Di Biagio fu il primo a scommetterci oppure Berardi. Federali anche questi, transitati da Coverciano quando il professionismo era una prospettiva molto lontana. Sono risorse, il carburante appunto di una rinascita.

Cutrone ha ringraziato il suo allenatore: «Devo molto a Gattuso, mi ha trasmesso cose importanti, anche se fin da bimbo ho avuto cattiveria in campo e voglia di aiutare la squadra. È un sogno essere qui, e ora spero di esordire, vedremo le scelte del ct. Intanto, è bello vedere come si inizi a dare fiducia ai giovani, sia nei club sia in Nazionale. Pressione non ne sento, c'è invece entusiasmo, motivazione a lavorare sempre di più. Certo, aver vissuto l'ambiente azzurro dall'Under 15 aiuta, poi bisogna però essere bravi a tenere i piedi per terra, e in questo è fondamentale la famiglia».

Federico ha un padre che conosce bene la Nazionale, Enrico splendida seconda e sul finire della carriera centravanti implacabile: «Non mi sento un predestinato, penso solo a lavorare duro, è sul campo che ti costruisci un futuro importante. Ho la fortuna di avere genitori presenti, che mi danno i consigli giusti. Avere un padre calciatore non è mai stato un peso, ma un fattore fondamentale. Con Paulo Sousa ho imparato parecchio a livello tattico, mentre Pioli mi ha insegnato a gestire al meglio le due fasi, senza inutili sprechi di energie».

Sono la meglio gioventù, sperando che dietro loro ci sia la fila.

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