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Datome: sogno azzurro, poi ritiro da gigante

Giocato il Mondiale ad agosto con l'Italia, resterà a Milano come dirigente

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Un sogno ancora da esaudire e poi Gigi Datome lascerà il basket giocato alla soglia dei 36 anni, mettendo nel cassetto la maglia dell'Olimpia con due scudetti, qualche trofeo, sistemata di fianco a quelle di Siena, Scafati, Roma, Detroit, Boston, Fenerbahce dove ha vinto l'Eurolega, separata dalle tante maglie azzurre perché l'ultima che indosserà sarà al mondiale ancora come capitano nella ciurma di Pozzecco.

Come diceva uno scrittore francese la vecchiaia arriva all'improvviso e una mattina ti svegli accorgendoti che tutto intorno a te è bianco. A lui è capitato nello splendore di Olbia, il regno di papà Sergio che lo avviò al basket vent'anni fa, dopo essere stato svezzato a Montebelluna dove è nato il 27 novembre 1987, nella casa della madre, tenendo in braccio la figlia Gaia lasciata poi alla moglie l'ex cestista Chiara Pistone, prima di mettersi davanti al telefonino per mandare il suo messaggio ai tantissimi che gli hanno voluto bene, un saluto da gigante del campo grande e non del campetto come il barbuto che aiuta i piccoli protagonisti del suo romanzo a fumetti, un piccolo capolavoro che con le vendite aiuta progetti di beneficenza come l'altro libro «Gioco come sono».

Lascia l'arena alzando il trofeo di miglior giocatore nella settima sfida con la Virtus Bologna, accarezzando lo scudetto della terza stella per l'Olimpia che a malincuore lo deve togliere dalla prossima formazione inserendolo però nei quadri dirigenziali dopo la benedizione di Giorgio Armani: «Nei tre anni trascorsi insieme Gigi ha dimostrato cosa significhi essere un vero leader, campione di tecnica, ma soprattutto perseveranza... Grande esempio in campo e fuori... resterà nel patrimonio morale dell'Olimpia. L'annunciato ritiro è una scelta coraggiosa perché avviene in uno dei momenti migliori della sua attvità... Sono sinceramente ammirato».

Vacanze e meditazioni prima della chiamata in Nazionale dopo aver parlato con Pozzecco. Per Azzurra gioiosa farà l'ultimo viaggio e l'ultimo sforzo con un sogno nel cassetto: prendersi finalmente una medaglia, cosa mai riuscita dal 2007 quando a Bari esordì affrontando in amichevole la Croazia, prima di 188 presenze. Stavolta sarà ancora più difficile nel mondiale che per gli azzurri inizierà il 25 agosto a Manila con Angol.

Datome e la sua voglia di chiudere alla grande.

Se lo meriterebbe dopo tante delusioni per una Nazionale che non fa le Olimpiadi dal 2004 quando il Pozzecco giocatore, allenato dal suo vice attuale Recalcati vinse l'argento battuta dall'Argentina, ma davanti agli Usa.

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