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È davvero dittatura-Real. Il no di Sergio Ramos chiude la porta a Conte

Florentino Perez si piega al capitano, Modric e Marcelo: ex ct non gradito. Per ora c'è Solari

È davvero dittatura-Real. Il no di Sergio Ramos chiude la porta a Conte

C'era una volta la Democracia Corinthiana, dove un gruppo di giocatori, capitanati dall'immenso Socrates, elaborava, discuteva e metteva ai voti qualsiasi decisione. Dalle parti di Madrid è nata invece la dittatura-Real: ci sono tre giocatori (Sergio Ramos, Marcelo e Modric) che decidono per tutti, anche per il presidente. Il capitano del Real e i suoi due luogotenenti hanno posto il veto sull'arrivo di Antonio Conte. Ramos domenica sera ha parlato con Florentino Perez, spiegando che il tecnico italiano non è gradito ai senatori della squadra. «Il rispetto si guadagna, non si impone e lo spogliatoio conta più di un allenatore», ha affermato il difensore andaluso.

Dopo la disfatta del Camp Nou l'esonero di Lopetegui veniva considerato una formalità, così come l'arrivo di Conte, che nel frattempo aveva quasi risolto tramite i suoi legali il vincolo con il Chelsea. E invece è arrivato il colpo di scena: ieri mattina, tra lo stupore generale, Lopetegui ha diretto l'allenamento come nulla fosse, ma in serata è stato rimosso. Domani contro il Melilla in Coppa del Re, e sabato in campionato con il Valladolid, la squadra verrà diretta dal tecnico della filiale Santiago Solari. La pausa per gli impegni delle nazionali verrà utilizzata dal direttivo merengues per trovare una soluzione definitiva. Per il momento ha vinto Sergio Ramos, già artefice in estate della partenza di Zidane e capo-rivolta ai tempi del divorzio da Mourinho, ma Florentino Perez ha preso tempo tentando da una parte di convincere il suo capitano, e valutando al tempo stesso possibili alternative. Dal canto suo l'ex ct azzurro ha fatto sapere di non voler prendere in considerazione eventuali ripensamenti da parte della casa blanca. Sarebbe impossibile lavorare in un ambiente ostile, finirebbe a sua volta in ostaggio di una triade che fa il bello e il cattivo tempo e che in qualche maniera non ha reso la vita facile neppure a Lopetegui. Conte a questo punto, forte dell'imminente divorzio milionario dal Chelsea (si parla di 4 milioni di euro), tornerà alla finestra, in attesa di un treno a prova di deragliamento. Magari un convoglio della Deutsche Bahn con destinazione Monaco di Baviera, dove Niko Kovac non sta vivendo momenti entusiasmanti.

Tornando a Madrid i pezzi da novanta merengues chiedono la conduzione familiare della squadra e l'arrivo in panchina di un uomo di assoluta fiducia. Il più gettonato è l'ex bandiera Guti (542 presenze con i blancos), dalla scorsa estate assistente di campo di Gunes al Besiktas di Istanbul. Perez ritiene la proposta di Ramos impresentabile e dopo un consulto con un'altra icona del Real, l'argentino Jorge Valdano, avrebbe proposto ai giocatori Roberto Martinez, attuale ct del Belgio. Una mossa che permetterebbe al club di facilitare l'acquisto a gennaio della stella dei Diavoli Rossi Eden Hazard, elemento più volte invocato dallo zoccolo duro così come da buona parte della tifoseria.

La situazione è a dir poco imbarazzante: che in ogni squadra ci siano giocatori con voce in capitolo e con un rapporto preferenziale con il proprio presidente non rappresenta certo uno scandalo, ma i capricci di Sergio Ramos, che pone veti e paletti, stanno rovinando l'immagine del club più prestigioso e conosciuto al mondo. A salvare il salvabile ci proverà l'ex interista Santiago Solari, professionista serio e ragazzo dalla faccia pulita: «Essere madridista significa anche assumersi le responsabilità nei momenti difficili.

Il presidente Perez può contare su di me».

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