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De Boer l'italiano: "A Empoli la verità sull'Inter"

Il tecnico nerazzurro sta imparando la nostra lingua: "Ero quasi morto... Ora voglio dominare sempre"

De Boer l'italiano: "A Empoli la verità sull'Inter"

nostro inviato ad Appiano G.

Sono certi particolari che ti fanno capire una persona più di mille parole. Frank de Boer si presenta in conferenza stampa dopo un mese di serie A e parla in un italiano più comprensibile. E conferma che la cultura del lavoro è un suo dogma: «Studio la lingua due ore tutti i giorni». Anche se non nasconde che avrebbe già potuto chiudere i libri: «sabato ero quasi morto...». Poi la Juve l'ha resuscitato.

Ci vuole coraggio in pochi giorni a cimentarsi nell'italiano, ma non può mancare a chi dal suo vocabolario ha cancellato la parola paura. Non ne ha avuta contro la Signora, messa all'angolo con una prestazione autorevole: non solo pressing, ma una squadra padrona del campo.

È l'atteggiamento che vuole rivedere questa sera contro l'Empoli. È la filosofia di De Boer: «Vogliamo dominare ogni partita». Aspetta conferme dalla squadra a partire già dalla trasferta lampo in Toscana: niente ritiro e partenza questa mattina. Tra i convocati la prima volta di Gabigol e c'è anche Ansaldi; non ancora Brozovic («Ha commesso qualcosa che non ho potuto accettare...» la verità di de Boer), anche se rispetto alla partita contro la Juventus non sono attesi stravolgimenti, nel senso di turnover, con l'occasione per Kondogbia al posto dello squalificato Banega e Santon in ballottaggio con Nagatomo. De Boer non cambierà modulo e focalizza l'attenzione: «Dopo l'Empoli sapremo a che punto siamo del nostro progetto». Quindi l'allenatore si aspetta una conferma perché alla fine contro i campioni d'Italia si è vinta solo una partita. Come a dire il difficile viene adesso.

E poi dispensa altre pillole della sua filosofia: «La qualità senza il duro lavoro non serve a nulla». Possesso palla, pressing, velocità e squadra sempre compatta sono i concetti che chiede alla squadra. E poi l'atteggiamento: «Ai miei giocatori ripeto che un professionista non deve parlare, ma dimostrare». L'ex tecnico dell'Ajax rivela che tratta tutti alla stessa maniera e che la porta del suo ufficio è sempre aperta. Anche lui ha convinto Icardi a restare e ora dice: «Fin dall'inizio mi è piaciuta la sua intensità. Un capitano deve dimostrare sempre di meritare la fascia e lui lo sta facendo».

Vincere al primo colpo il derby d'Italia «una cosa fantastica, una delle mie vittorie più importanti», non gli fa pronunciare la parola scudetto, ma è servito a conquistare tifosi e ambiente. Ieri Thohir è salito ad Appiano e ha ribadito: «Contro la Juve abbiamo dimostrato di essere una grande squadra. I giocatori devono crederci. È un progetto da società e squadra da top 10 del mondo».

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