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De Ligt rischia di mano ma basta il piede contro l'orgoglio Toro

L'olandese rischia un altro rigore, poi segna il primo gol in Italia. La Signora resta in vetta

De Ligt rischia di mano ma basta il piede contro l'orgoglio Toro

Il primo gol italiano di De Ligt. Su assist di Higuain, entrato da una decina di minuti e già protagonista di una mezza rovesciata che avrebbe meritato miglior sorte. La Juve vince così il derby contro il Toro e respinge l'assalto dell'Inter: i bianconeri restano insomma davanti a tutti e una volta di più riescono a tirare fuori il meglio dalla strana coppia formata da Dybala e dal Pipita. I quali evidentemente hanno trovato il modo di non perdersi d'animo quando finiscono in panchina: sanno che troveranno spazio comunque e si fanno trovare pronti. Il che, va detto, rappresenta una qualità enorme.

La Signora fa insomma quel che deve, mentre il Toro si interroga una volta di più: i granata non hanno giocato una brutta gara, ma la classifica piange e il suo popolo reclama una svolta. Sarri, recuperato Pjanic, rilancia De Sciglio in difesa. L'inizio dell'ex milanista è da incubo, così come quello di De Ligt. Mica per altro, ma l'olandese rischia di procurare un altro rigore per l'ennesimo tocco di mano in area, del tutto simile a quello procurato la settimana scorsa a Lecce: non era passato nemmeno un quarto d'ora, ma Doveri decideva di sorvolare. La Juve giochicchia, senza affondare tropo i colpi in questa prima fase: un avvitamento di Ronaldo in area, con successivo colpo di testa, trova Sirigu pronto alla deviazione, così come il portiere della nazionale si fa trovare pronto sulla sberla di Dybala da posizione centrale. Il Toro fa quel che può, persino meglio di altre recenti uscite contro squadre più alla portata. Certo, Belotti predica nel quasi deserto: quando si beve De Sciglio sulla destra servendo un pallone d'oro a Meitè, questi non trova di meglio che calciare in curva quasi sarebbe bastato centrare la porta per fare venire un mezzo infarto ai tifosi bianconeri, presenti al Grande Torino senza nemmeno uno striscione di accompagnamento. Del resto, Verdi si conferma giocatore che al momento non vale i 25 milioni spesi da Cairo, né in mezzo al campo i granata vantano chissà quale fine dicitore: Rincon è il solito frangiflutti, Baselli non incide e Ola Aina, pur arrivando ogni tanto sul fondo non ha nel talento il suo punto di forza. Un colpo di testa pericoloso di Bonucci e un miracolo di Sirigu su tocco ravvicinato di De Ligt chiudono un primo tempo comunque più equilibrato di quanto accaduto in tante altre stracittadine recenti, con il Toro capace di calciare otto calci d'angolo (a due) a testimoniarne almeno la vitalità.

CR7 stuzzica Sirigu, poi Sarri sceglie Higuain senza però osare il tridente: fuori Dybala, insomma. E poi dentro anche Ramsey, alla ricerca di qualità. Si gioca poco, comunque. Fino a quando il Pipita accende la luce: prima una girata al volo che trova pronto il solito immenso Sirigu, poi con l'assist che permette a De Ligt di trovare il gol lasciandosi così alle spalle quella che nei giorni scorsi Buffon aveva definito «la classica nuvola di Fantozzi».

Anche stavolta, però, c'è mancato poco che piovesse.

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