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Dea e Franck da Champions l'altra beffa rossonera

Dea e Franck da Champions l'altra beffa rossonera

I fischi più amari alla vigilia di un'altra beffa. Il Milan che rotola verso il fondo classifica, lontanissimo dalla zona coppe, diventata improvvisamente un obiettivo da accantonare, e l'Atalanta che gli ruba stasera il palcoscenico e quella musichetta che per anni ha deliziato il popolo rossonero. La crudeltà del calendario è impietosa: la squadra italiana che più di ogni altra ha onorato e conquistato la Champions costretta a interrogarsi sull'ennesima stagione di tormenti, mentre un'altra rivale nerazzurra di fatto la rimpiazza a San Siro, in Europa e nei quartieri alti della classifica. Non a caso i primi quattro posti della serie A sono già in mano alle quattro squadre che stanno frequentando le notti di Champions. Mentre quelle del Milan sono già popolate di incubi e di record negativi, tanto che per trovare 4 ko nelle prime 6 giornate bisogna tornare indietro di ottant'anni, agli anni Trenta in cui il Milan era proprio la squadra dei casciavit e vivacchiava nei piani bassi della neonata serie A. Mai nel dopoguerra il Milan era partito con tante sconfitte, nemmeno nell'anno tremendo della retrocessione, quando Gigi Radice alla sesta giornata aveva messo in conto solo due rovesci e per giunta con Inter e Juve. Giampaolo invece sta riuscendo a rinverdire i nefasti di colleghi che si perdono nella notte dei tempi, come Engelbert Koenig e Joszef Banas. Entrambi, in quelle sciagurate stagioni, restarono al loro posto fino all'ultima giornata, ma il Milan naufragò lontanissimo dalle zone alte, con un 12° e un 9° posto finali che proiettati in era moderna significherebbero un abisso dalla zona coppe.

Adesso a Milanello si invoca come attenuante l'inesperienza e la mancanza di leader: allora, invece di investire su giovani di possibile futuro ma di scarso presente, non era meglio pescare sul mercato qualche vecchio parafulmine come Llorente o Ribery, gente che in caso di necessità avrebbe potuto prendersi la squadra sulle spalle? E che, guarda caso, la Champions la conosce bene.

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