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Derby in cerca di se stessi. Il cuore Toro da scaldare,la testa Juve da scuotere

Il Torino per scacciare la crisi e salvare Mazzarri La Signora per tornare cattiva e senza amnesie

Derby in cerca di se stessi. Il cuore Toro da scaldare,la testa Juve da scuotere

Torino La frase fatta secondo cui il derby non è mai una partita come le altre è sempre più difficile da applicare alla stracittadina torinese. Dove Juventus e Torino viaggiano ormai in due dimensioni diverse. E non serve nemmeno specificare quali e perché. Basti un dato, semmai: i bianconeri hanno perso solo uno degli ultimi 26 scontri diretti di serie A contro i cugini: completano il parziale, 19 successi degli attuali campioni d'Italia e sei pareggi.

Dopo di che, se pochi giorni fa il Genoa ha ceduto il passo a Ronaldo e compagni soltanto su rigore e in pieno recupero, è lecito pensare che una sorpresa sia sempre possibile. «Massimo rispetto per Mazzarri», ha intanto detto ieri in conferenza Sarri. Prendendo le parti del suo collega, rimasto in silenzio così come aveva già fatto alla vigilia della disastrosa trasferta infrasettimanale contro la Lazio (4-0). «Quanto accaduto nelle ultime settimane non può metterne in discussione il valore e il lavoro», ha aggiunto.

È però un fatto che i granata abbiano raccolto due soli punti negli ultimi cinque incontri, che nelle ultime quattro trasferte abbiano sempre perso, che non vincano da oltre un mese (26 settembre, 2-1 al Milan) e che lo stesso Mazzarri (in bilico) sia stato protagonista di uno scivolone quasi senza senso quando ha citato Chiellini come «esempio da seguire, per abnegazione e desiderio di non mollare mai». Apriti cielo, ecco: il granata doc non ha gradito (eufemismo) e la curva Maratona (spaccata da mesi, in realtà) si è successivamente esposta con un comunicato raffazzonato in cui metteva sotto accusa tutto e tutti.

Con queste premesse, è difficile oggi immaginare un Toro all'altezza della Juventus tritatutto. Dopo di che, in campo ci si deve andare e magari ci scapperà il colpo di scena che farà felice Cairo, pure lui nel mirino di buona parte del mondo granata. Per quel che vale, comunque, Mazzarri non batte la Juve dal gennaio 2011 avendo da allora ottenuto cinque pareggi e altrettante sconfitte tra Napoli, Inter e, appunto, Toro. «Il derby è sempre speciale ha buttato lì Sarri -. Spero questo ci aiuti a non subire cali mentali». Perché, in effetti, la sua Juve pecca a volte di concretezza, quasi sia troppo convinta di poter vincere comunque. Tra un errore sotto porta e l'altro. Tra una chiusura difensiva fatta con cattiveria e una non troppo. È obbligatorio migliorare, pur da primi in classifica e con la qualificazione agli ottavi di Champions dietro l'angolo. «Mi aspetto un Toro da battaglia ancora Sarri, che non ha poi risparmiato commenti negativi sull'uso del Var - perché il derby può dare loro una carica emotiva importante».

Peraltro, il tecnico bianconero è tutt'altro che un nemico del popolo granata: negli anni scorsi, in più occasioni e anche in solitaria, si è infatti recato a Superga per rendere omaggio al Grande Torino, «uno dei miti dello sport italiano. Da quando vivo qui non ci sono ancora tornato, ma lo farò di sicuro».

Essendoci un pregresso, nessuno può permettersi di metterne in dubbio sincerità e buona fede.

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