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Un Diavolo svogliato prende 30 senza lode ma vede la Champions

Tanti sono i punti in classifica. Zero gioco in 45' Allegri infuriato. Poi ci pensano Bojan e Pazzini

Un Diavolo svogliato prende 30 senza lode ma vede la Champions

Milan, trenta ma senza lode. Trenta sono infatti i punti raggranellati nel girone d'andata dopo quella sciagurata partenza: non sono poi pochissimi. Anzi, ad ascoltare i calcoli fatti ieri da Galliani appena arrivato dal Brasile, il successo di ieri a San Siro ottenuto sul Siena può persino rilanciare qualche ambizione di rincorsa alla zona Champions. Sono soltanto 5 i punti di distanza dalla coppia Fiorentina-Inter (dopo aver perso i confronti diretti) e questo parziale può persino accreditare ogni ottimistica previsione, impensabile dopo le prime deludenti cadenze che fecero temere addirittura una malinconica scivolata in zona retrocessione.

Trenta senza lode, allora. Perché un conto sono i punti in classifica a metà del campionato e il successo incassato ieri, mentre invece resta deficitario il tasso di calcio e lo spettacolo offerti, in particolare nella prima frazione. Lo scenario è francamente inquietante: squadra ferma, piantata sulle zolle rovinate dalla sosta (altro mistero, nemmeno il misto sintetico naturale funziona), gioco prevedibile e pochissime giocate degne di nota, tutte firmate da El Shaarawy che sfiora da solo, con un paio di numeri d'alta classe l'ennesimo sigillo personale. Tanto che a metà del primo tempo arrivano, meritati, i primi fischi dello stadio moltiplicati all'intervallo durante il quale accade il vero cambiamento. Sostiene Galliani, per merito dei berci di Allegri negli spogliatoi. Di sicuro è diverso l'atteggiamento complessivo del Milan: più aggressivo, più concreto, più cattivo. L'arma letale risulta ancora una volta il primo cambio dalla panchina rossonera. In questo caso l'artefice è il giovanissimo catalano Bojan, già protagonista di altri clamorosi capovolgimenti, Palermo per esempio: si mette a galleggiare, come al solito, dietro la prima punta Pazzini, lavora, in velocità, un bel numero di palloni e poi s'incarica d'infilarsi nel pertugio lasciato libero dalla difesa toscana per firmare di testa l'1 a 0 che libera il Milan e lo stadio da eccessive paure. È vero, cambia il modulo disegnato da Allegri ma non è il caso di cinguettare sulla tattica: Nocerino è un peso per il gioco e per il centrocampo, Bojan invece è una risorsa, con i suoi dribbling, uno contro uno, mette i rivali in soggezione e in inferiorità numerica aprendo valichi all'attacco che recupera spazio e occasioni a ripetizione. Sempre suo, di Bojan, dalle retrovie, il lancio in piena area di rigore a favore di Pazzini che viene spinto in modo ingenuo e anche un po' sfacciato da Felipe provocando il rigore che lo stesso centravanti trasforma nel comodo e utilissimo 2 a 0.

Neppure in quella condizione il Milan riesce a chiudere la sfida senza prendere gol che è il suo perfido destino ma anche la conferma dei suoi gravissimi limiti. Certo, con De Sciglio (il migliore) centrale, si può spiegare qualche affanno ma non il gol puntualmente subito, di testa, per un cross laterale (di Angelo), con colpo di testa di Paolucci libero di prendere la mira e trovare l'angolino scoperto di Abbiati che risulta nell'occasione senza colpe. È l'unico spezzone in cui il Siena offre qualche segnale promettente di reazione: prima di allora, la squadra adesso affidata a Iachini, si occupa e si preoccupa solo di difendersi, magari anche in nove dietro la linea della palla. Così può solo condannarsi a perdere, appena il Milan rintraccia il guizzo giusto. Chiudiamo col Milan di domani. Adesso che Robinho è definitivamente fuori dal mercato e che l'attacco rimane a cinque punte, forse è il caso di puntare i riflettori e anche qualche necessario ritocco sugli altri due reparti, difesa e centrocampo.

In particolare dove servono rinforzi autentici è proprio in difesa.

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