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Il "divino" Maradona ha la sua chiesa

Due tifosi dell'ex Pibe de Oro l'hanno creata nel 2001: ha 120mila fedeli

Il "divino" Maradona ha la sua chiesa

«Diego nostro che sei in terra, santificato sia il tuo sinistro, vieni a noi con la tua magia, si facciano ricordare i tuoi gol in terra come in cielo. Dacci oggi un'allegria e perdona quei giornalisti come noi perdoniamo la mafia napoletana e liberaci da Havelange e Pelé». Ogni domenica questa preghiera risuona a Buenos Aires, nell'ex discoteca sconsacrata a Gesù, ma consacrata a un altro messia. È la preghiera della «Iglesia Maradoniana» che celebra il culto del numero 10 Diego Armando Maradona. Non è uno scherzo o una parodia. La Chiesa è stata fondata nel 2001 a Rosario, 200 km dalla capitale, da due aficionados del campione argentino. In quindici anni di vita ha raggiunto i 120 mila fedeli in tutto il mondo, dall'Argentina alla Cina. Il culto del D10S Maradona ha i suoi dieci comandamenti, celebra matrimoni e battesimi e ha il suo Natale il 30 ottobre, giorno di nascita del messia, e l'anno 1960 dà il via al calendario maradoniano. La Pasqua cade ogni 22 giugno, anniversario della «mano de Dios», il gesto del divino con la selección che in Messico, ai quarti del Mondiale 1986, deviò tra i pali degli «infedeli» inglesi.

Il Giornale ha incontrato Hernán Amaz, uno degli storici fondatori della chiesa assieme a Héctor Capomar e Alejandro Verón. Hernán, sulla via di Rosario il 30 ottobre 1998 vide la luce illuminare la sua fede (calcistica) e si votò, anima e corpo, al suo messia. «Era da qualche anno che ogni 30 ottobre auguravo Buon Natale ai miei amici. Un giorno l'amico Héctor mi suggerì un'idea che mi ronzava in testa: dedicare un culto religioso a quello che è il più grande calciatore vivente. Abbiamo iniziato in un garage, tre anni dopo avevamo la nostra chiesa a Rosario e poi a Buenos Aires. Siamo presenti anche a Madrid, Barcellona e Los Angeles». E Diego? «Inizialmente pensava a uno scherzo, poi un giorno è venuto alla messa: stava per intervenire l'esercito per bloccare diecimila persone che volevano entrare in una chiesa di cinquanta posti». Non mi dica che è d'accordo anche Papa Francesco. «Bergoglio ci scrisse quando era cardinale di Buenos Aires, dopo che gli mandai una maglietta di Diego. Ci scrisse di non dimenticare Gesù. Però non è mai venuto alla nostra messa o all'inaugurazione dei campetti di calcio che costruiamo con le offerte».

E se nostro Signore non usò i miracoli per vincere un partita di calcio, Hernán non ha dubbi. «È stato un miracolo e lo ha voluto Dio per ripagare a un'ingiustizia». Le Falklands? «Noi non facciamo politica. Lo sa che a Napoli vogliono una chiesa?». Esiste già un altarino in strada.

«Come dite a Napoli si vive soprattutto di miracoli».

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