Sport

Doppio Milik, Napoli a testa alta

Gli azzurri vanno sotto a Kiev, ma il polacco fa il ribaltone con la sua specialità

Marcello Di Dio

Al terzo tentativo, arriva il primo successo europeo in terra ucraina. Il Napoli non poteva festeggiare meglio il ritorno nei gironi di Champions dopo tre stagioni e la vittoria di Kiev mette già in discesa il cammino in Champions degli azzurri. Molto è cambiato dal 2013: c'è Sarri in panchina al posto di Mazzarri, nel frattempo emigrato in Inghilterra, ma c'è anche un nuovo centravanti che deve raccogliere la pesantissima eredità di Higuain.

Di fatto Arek Milik ha già esorcizzato il fantasma del Pipita. Lo dicono le cifre realizzative di inizio stagione: una doppietta all'esordio in campionato con il Napoli, il bis alla prima europea con gli azzurri, un'impresa non riuscita al centravanti argentino. L'attaccante polacco non ha ancora la classe e l'esperienza di Higuain, ma il suo impatto nella truppa partenopea è stato devastante. E nella notte di Kiev due suoi precisi colpi di testa hanno ribaltato l'esito di una gara iniziata con un po' di affanno. «Lo avevo detto alla vigilia: volevamo vincere qui su un campo molto difficile, torneremo in Italia con il sorriso», così l'eroe in casa azzurra che alla fine si concede anche qualche selfie con i tifosi.

Intendiamoci, non è stato un Napoli entusiasmante, ma sicuramente pratico sul piano del gioco e cinico. Insomma un successo sofferto seppur meritato. La Dinamo ha concesso pochissimo, ha continuato ad attaccare anche quando si è trovata in inferiorità numerica (per la doppia ammonizione di Sydorchuk, ingenuo nella simulazione in occasione del secondo giallo). I partenopei avrebbero però potuto chiudere la pratica in anticipo se il preciso destro di Mertens non fosse finito sul palo.

C'è l'ex milanista Shevchenko, ora ct dell'Ucraina, in tribuna dello stadio Olimpico di Kiev. Rebrov parte con un 4-1-4-1 e schiera a sorpresa fra i titolari il giovane classe 1997 Tsygankov, sottratto nel pomeriggio alla formazione Primavera che in Youth League aveva inflitto un poker ai pari età del Napoli; Sarri reinserisce tra i titolari, rispetto alla gara di Palermo, Hysaj, Allan e Mertens confermando Milik al centro dell'attacco. Se il tecnico dei partenopei non si era detto emozionato per il debutto assoluto in Champions, la squadra parte invece in maniera contratta. Il portiere Reina deve già rimediare a uno svarione di Albiol dopo soli 45 secondi sul tiro da lontano di Sydorchuk e gli azzurri, sempre pressati, paiono intimoriti. Qualche manovra di alleggerimento viene resa vana da errori nei passaggi anche se l'intesa Mertens-Milik fa venire qualche brivido alla difesa ucraina, che oppone la tattica del fuorigioco. E in un'azione pulita (cross di Yarmolenko, sponda di Tsygankov) e favorita dalle incertezze di Hysaj e Albiol, la Dinamo sblocca il match con Garmash che gira in rete di destro.

È l'ottavo gol subìto dal Napoli nelle ultime nove gare di Champions e la rete ha l'effetto di destare la truppa di Sarri con Mertens che sale in cattedra. Ma è l'uno-due di Milik in undici minuti a rovesciare il risultato: il polacco prima sfrutta il cross di Ghoulam sovrastando Vida con uno stacco in sospensione, poi appoggia di testa il pallone vagante dopo la respinta di Khacheridi sulla linea di porta. Quattro le reti del polacco in dieci conclusioni nello specchio da quando veste la maglia del Napoli. Nella ripresa lungo possesso palla della Dinamo Kiev, prevalentemente in orizzontale, ma la squadra partenopea concede pochi varchi.

Uno lo trova invece il solito Mertens che vorrebbe entrare nel tabellino marcatori se non ci fosse il palo, Sydorchuk si fa espellere, ma il Napoli riesce pure in 11 contro 10 a complicarsi la vita con qualche passaggio sbagliato di troppo, pur non rischiando più nulla e portando a casa tre punti pesanti che lanciano gli azzurri già in vetta al girone dopo il pari tra Benfica e Besiktas.

Commenti