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Duck-hee Lee, il tennista che ha sconfitto il silenzio

Sordo dalla nascita, il 21enne coreano ha conquistato il primo successo Atp: «Mi dicevano di far altro»

Andrea Bonso

Giocare a tennis non significa solo buttare la pallina oltre la rete: il più delle volte si tratta di buttare il cuore oltre l'ostacolo. E l'ostacolo può essere mille cose: se stessi, la paura, gli infortuni o una disabilità. Come quella di Duck-hee Lee, sordo fin dalla nascita. A questo sudcoreano di 21 anni non manca di certo il coraggio di affrontare la vita, considerando il proprio problema non un freno, bensì un motivo in più per dare il meglio di sé. E ciò l'ha dimostrato al mondo nel corso del torneo 250 di Winston-Samen, dove è diventato il primo tennista sordo a vincere un match Atp, battendo lo svizzero Laaksonen (7-6, 6-1).

Un'enorme soddisfazione per un atleta che si è costruito da solo, superando difficoltà che i colleghi possono a fatica immaginare. Lee è nato nel 1998 a Jecheon, una città a due ore da Seul. Quando ha due anni, mamma Park Mi-ja e papà Lee Sang-jin hanno la conferma della sordità ma, dopo un iniziale sconforto, decidono che il figlio poteva e doveva avere una vita assolutamente normale.

Così, coccolato dall'amore dei genitori, cresce e frequenta non solo istituti per sordi, ma anche una scuola comune, dove può stare insieme a ragazzi normodotati. Lee inoltre non conosce la lingua dei segni, ma sa leggere il labiale alla perfezione, grazie alle esercitazioni con la madre. E l'amore per il tennis? Quello è merito di papà, grande appassionato di sport, che gli fa provare diverse discipline, prima di mettergli in mano la racchetta che Lee aveva scoperto grazie al cuginetto. Mostra fin da subito il suo talento, ma gli allenatori sono scettici sulla possibilità di un futuro da pro. Il ragazzo, però, non si arrende, spinto da una straordinaria forza di volontà: «Venivo preso in giro, mi dicevano che non avrei dovuto giocare e di dedicarmi alla musica» ha confidato.

Già da ragazzo, la sua qualità è sotto gli occhi di tutti e a tredici anni diventa famoso, a tal punto che la Hyundai gli offre una sponsorizzazione, tuttora in corso. Sì, perché Lee continua a migliorare e a stupire: è 212° nel ranking Atp e la vittoria di Winston-Samen rappresenta la prima tappa di un viaggio speciale. Ma qual è la meta? Sono due i suoi grandi obiettivi: diventare numero 1 e migliorare la posizione raggiunta dal tennista coreano più forte di sempre, Lee Hyung-taik, che nel 2007 fu 36° e vinse un torneo Atp.

Non sarà per nulla facile, ma Lee ha già dato un grande insegnamento: tutto è possibile, se non hai paura di buttare il cuore oltre all'ostacolo.

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