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Dybala contro Icardi: Juve e Inter volano con i "gemelli diversi"

Argentini, nati nel 1993 e capocannonieri, ma Paulo è un artista e Mauro un "9" letale

Dybala contro Icardi: Juve e Inter volano con i "gemelli diversi"

Non c'è nemmeno da usare troppo la fantasia per immaginarli insieme. Perché la nazionale argentina non può fare a meno di loro, con buona pace di Maradona che di Icardi ha sempre pensato e detto pesta e corna. Siccome però l'attuale ct Sampaoli non è matto e Dieguito non c'entra più nulla con l'albiceleste, sia il centravanti dell'Inter che Paulo Dybala sono stati convocati per i prossimi impegni contro Uruguay e Venezuela: tornando un po' indietro nel tempo, avrebbero potuto entrambi scegliere di vestirsi d'azzurro, ma non se ne fece nulla e forse è giusto così.

Nel frattempo è il campionato italiano a goderseli, e in primis Inter e Juventus. Casa loro. Abitata tra qualche mugugno e incomprensione da parte di Maurito, non così dal nuovo numero 10 bianconero. La sostanza è che entrambi hanno cominciato la stagione come meglio non avrebbero potuto: 4 gol in due partite di campionato, voti in pagella altissimi e la sensazione (certezza) che senza di loro sia Inter che Juve non avrebbero sei punti in saccoccia. Agosto da incorniciare, insomma: Icardi non aveva per di più mai segnato a Roma e il «segnale» di cui ha parlato lo stesso giocatore fa intuire che in casa nerazzurra sta maturando una consapevolezza forse sconosciuta nelle scorse stagioni. Certo, Icardi è il classico centravanti che non fa impazzire gli esteti del calcio: magari non lo vedi per un'ora, come sabato sera, salvo poi saltare sulla sedia per due reti (belle) segnate in una decina di minuti. In un aggettivo solo, letale: sia di piede che di testa, come aveva imparato la Fiorentina all'esordio.

Diversi sono il gioco e il ruolo di Dybala. Uno che ricorda Sivori, così per gradire. Con una faccia tosta che - per quanto sul volto del classico bravo ragazzo - gli ha permesso anche di infischiarsene del presunto peso che la «10» porta con sé. Pogba ne era rimasto schiacciato al punto da scarabocchiarci con il pennarello un +5 così da ricreare il «6» con cui si era espresso al meglio. Dybala, no: ha lasciato l'amato «21» e ha cominciato a giocare e segnare come se nulla fosse. «Ha la dote della leggerezza», ha detto di lui Allegri. Analisi perfetta, confermata dal rendimento sul campo e dall'amore dei tifosi. Diventati, su Instagram, 10 (guarda caso) milioni: traguardo festeggiato dalla Joya con un video celebrativo.

Manco a dirlo, è il capocannoniere della Juve: 6 gol, di cui 2 in Supercoppa e 4 in serie A, dove peraltro ha già raggiunto quota 50. Ritmi mai tenuti prima, meglio persino di Higuain. Che per adesso vive un po' nell'ombra del suo più giovane compagno e che non è stato nemmeno convocato in nazionale. Segno del tempo che passa per tutti, anche se il Pipita non si può certo considerare vecchio. Però quei due «ragazzini», entrambi classe '93, hanno già fatto capire che il futuro è adesso.

E che intendono prenderselo.

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