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Dzeko dà la carica dei 101. E l'Inter non si fa rimontare

Decide la doppietta del bosniaco, che centra uno storico traguardo in A. Inzaghi respira pure in campionato

Dzeko dà la carica dei 101. E l'Inter non si fa rimontare

Dzeko ritrova il gol e almeno per stavolta risolve il vero problema di Inzaghi. Sassuolo battuto 1-2 e l'Inter comincia la rincorsa, ma soprattutto dà continuità al successo di Champions e si regala una manciata di giorni sereni per preparare la decisiva sfida di ritorno, mercoledì al Camp Nou.

Alla fine, Handanovic resta in panchina, dove si sbraccia da vero capitano non giocatore, mentre in campo va Onana, che però nulla può sul bel gol di Frattesi, sfuggito a Mkhitaryan prima e Bastoni-Dimarco poi, per il provvisorio e illusorio pareggio del Sassuolo. Fase difensiva nell'occasione ancora una volta distratta, ma le partite si vincono soprattutto segnando e fin qui l'Inter aveva segnato troppo poco. Martinez continua l'astinenza, siamo a 8 partite consecutive, per 40 giorni; non così Dkezo, fin qui a segno una volta soltanto e con la doppietta a Dionisi finalmente capace di sfondare il muro dei 100 gol in Serie A (passando direttamente a 101).

Primo timbro al tramonto del primo tempo, un destro astuto dopo la spiazzante deviazione volante di Dumfries, sull'angolo di Calhanoglu. Secondo a un quarto d'ora dalla fine, di testa, eludendo la sorveglianza di Ferrari, nell'occasione in verità assai labile. Ottima la combinazione Darmian-Mkhitaryan per l'elevazione del centravanti. Per Lautaro, un errore nel primo tempo e un decisivo intervento di Consigli, pochi istanti prima dell'1-2 finale. Fatti i conti, non molto.

Il Sassuolo, che continua a giocare senza l'infortunato Berardi, tiene testa all'Inter per un'ora abbondante. Soprattutto vince fin lì tutte le sfide in mezzo al campo, dove Dionisi accoppia a uomo Lopez su Asllani, Frattesi su Calhanoglu e Thorstvedt su Barella. Pressione sempre molto alta dei giocatori di casa e Onana costretto a cercare il lancio per scavalcare le difficioltà in mezzo al campo. Ammonito, Asllani nell'intervallo resta negli spogliatoi: ma più del giallo è la sofferenza dimostrata anche stavolta a spingere Inzaghi al cambio del giovane albanese. Maturerà, ma ora è ancora molto acerbo.

In vantaggio, l'Inter si è fatta in verità un'altra volta rimontare e chissà se Inzaghi ha avuto paura. «La squadra voleva vincere, come contro il Barcellona. Eravamo stanchi, il Sassuolo è forte, aveva preparato bene la partita, ma la nostra voglia di emergere è stata decisiva», spiega il tecnico nerazzurro. Ma in realtà, più passavano i minuti e più a sembrare stanca era la squadra di Dionisi, che dopo l'1-2 ha finito per spegnersi definitivamente. «Peccato, perché abbiamo lungamente giocato alla pari, poi sono uscite le loro individualità. L'Inter ha qualcosa in più di noi, anche se non ho capito bene perché sul primo gol hanno fischiato quel fallo contro Ferrari».

Un classico ponte a metà campo, la cui sentenza in effetti poteva essere invertita, da cui però non è nato il gol, ma solo l'angolo da cui poi c'è stato il primo guizzo di Dkezo. Una piccola protesta, a bassa voce, che non sporca la vittoria dell'Inter.

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