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Dzeko, l'uomo dei gran finali: "Voglio un'altra notte magica"

La Roma punta sul bosniaco che si scatena a fine stagione, a gennaio stava per partire, da marzo a oggi ha fatto 9 gol

Dzeko, l'uomo dei gran finali: "Voglio un'altra notte magica"

Quella sua esultanza sotto la Sud, il cuore del tifo giallorosso, con le lunghe braccia in apertura alare, è una delle immagini simbolo di uno dei centravanti più forti della storia della Roma. Edin Dzeko - capocannoniere dell'ultimo campionato - aveva le valigie in mano a gennaio, ma se la squadra di Di Francesco è arrivata al terzo posto in campionato e ha raggiunto la semifinale di Champions è perchè il bosniaco è rimasto a Roma. Dalla chiusura del mercato invernale, sei gol in campionato con le doppiette pesanti a Napoli e con il Chievo, quattro consecutivi in Europa che hanno messo il sigillo sulla straordinaria scalata dei giallorossi.

«Sono rimasto per vivere notti come queste», disse Dzeko dopo la rete allo Shakhtar che proiettò la Roma tra le prime 8 del continente. Per quanto al Chelsea avrebbe guadagnato di più e nonostante i fischi e gli insulti della prima stagione in giallorosso, nella Capitale Edin ci stava bene. E l'idea di lasciarla per il cielo grigio di Londra non gli piaceva. Ecco che ha chiesto a Monchi e Pallotta di desistere dall'idea di cederlo. E il tecnico Di Francesco, che lo aveva bacchettato a inizio stagione, ci ha sempre creduto mantenendolo al centro dell'attacco anche nei periodi di appannamento. Ventitrè gol e sei assist in 45 partite stagionali, un ruolino certamente inferiore a quello dell'ultima straordinaria annata. Un gol in 12 gare dopo un inizio sprint (7 reti in altrettante partite) con un nuovo modo di giocare, più vicino alla porta e più presente in area di rigore rispetto all'idea di Spalletti.

Ora è tornato a buttarla dentro con continuità indipendentemente dalla nostalgia degli assist di Salah. Nella notte amara di Liverpool, vedendo le giocate dell'egiziano per i compagni, avrà ricordato i bei tempi quando Momo gli serviva palloni d'oro da mettere in porta. Nove i gol da marzo a oggi, divisi tra campionato ed Europa e ha ancora quattro o cinque gare (se la Roma arriverà a Kiev). Nello stesso periodo della scorsa annata furono sette, tutti in serie A, Dzeko sta finendo in crescendo esattamente come nel 2016-17, ma anche ai tempi del City (2013-14) o del Wolfsburg (2009 e 2010).

È tornato uomo squadra e criticare la stagione del bosniaco nonostante numeri realizzativi meno roboanti appare un esercizio improbabile. La doppietta al Chievo di sabato potrebbe essere stato un passaggio importante per giocare la Champions anche l'anno prossimo e sembra anche essere finalmente scoppiato il feeling con Schick. «Ma dobbiamo ringraziare anche Alisson perchè la sua parata sul rigore ha fatto sì che la partita si mettesse in un certo modo per noi - così il bosniaco -. Adesso pensiamo al Liverpool, sperando di fare una grande prestazione. L'Olimpico sarà pieno, la prepareremo bene».

Difficile concentrarsi sulla gara con i Reds ora che il tifoso irlandese Sean Cox è in coma e Pallotta attacca duramente «i pochi imbecilli che rovinano l'immagine della città». Ma a Trigoria si lavora sodo e Dzeko sogna in grande.

D'altronde è rimasto a Roma per vivere un'altra notte magica.

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