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E adesso la Stelvio chiamatela Paris

Dominik vince la sua quarta discesa a Bormio, terza di fila: oggi vuole il pokerissimo

E adesso la Stelvio chiamatela Paris

Ko tecnico. Manifesta superiorità. Quando Dominik Paris si presenta al cancelletto della pista Stelvio, gli altri sanno che dovranno gareggiare per il secondo posto. Come spiegare altrimenti i gesti, gli sguardi, la rassegnazione di atleti come Beat Feuz, lo svizzero numero uno mondiale della discesa, esultante al traguardo vedendosi battuto dall'azzurro?

A Bormio, da tre anni a questa parte non c'è storia, a vincere è sempre lui, che proprio qui, guarda caso, nel 2012 aveva festeggiato il primo trionfo della carriera. Sette anni e sedici vittorie dopo, ecco il gigante Domme felice più che mai, perché l'inizio di stagione era stato buono, ma non quanto lui sperava. Serviva vincere, serviva tornare lassù e guardare tutti dall'alto in basso, cosa che per la verità, nei confronti del piccoletto Feuz, lui fa anche quando sul podio non ci sale per niente. Ma sono i tempi, non l'altezza a contare nello sci, ieri però anche il cronometro è sembrato superfluo, perché a occhio si capiva che Paris era il più veloce.

L'austriaco Matthias Mayer, partito per quinto e autore di una prova perfetta, al parterre era convinto di avere un tempo inavvicinabile. Ma con l'11, ecco Paris. Su una pista buia, difficile per quei curvoni che non permettono la minima sbavatura, faticosa perché non dà mai respiro ai muscoli delle gambe, ieri l'azzurro ha dominato da cima a fondo: luce verde a ogni passaggio e miglior tempo in tutti i settori della pista tranne uno, quello centrale, dove ha commesso l'unico piccolo errore della sua fantastica discesa. In accelerazione continua, sempre al limite ma allo stesso tempo in totale controllo, lucido e presente di testa e di gambe fino al traguardo, Paris ha superato il tempo di Mayer di 42/100 e capito subito che fare meglio sarebbe stata un'impresa. Ci ha ovviamente provato Beat Feuz, al via per quindicesimo con la mano sinistra steccata per una frattura al quinto metatarso rimediata in Val Gardena. Forse per questo non è riuscito a spingere al meglio e già al primo intermedio accusava 32/100 di ritardo, saliti poi a 39 e salutati dall'applauso di Paris, consapevole a quel punto di aver la gara in tasca. «Ho dato più del massimo, mi sono spesso sentito al limite, ma avevo una gran voglia di andare forte, non volevo arrivare secondo».

E non lo vorrà nemmeno stamattina, quando concederà la rivincita sulla pista Stelvio intera, di una decina di secondi più lunga, ancora più faticosa, ancora più completa. Una discesa dove per vincere serviranno tecnica, intelligenza tattica, fisico e coraggio. A Dominik non manca nulla: «La testa è pronta, spero lo siano anche le gambe!». Con la tredicesima vittoria della carriera in discesa Paris ha superato Kristian Ghedina fermo a 12 e, almeno nei numeri, si può definire il velocista italiano più forte di sempre, ammesso che si possano fare confronti fra atleti di epoche diverse. Zeno Colò, campione olimpico e mondiale quando la Coppa del Mondo non esisteva, dove lo mettiamo?

Oggi: discesa maschile a Bormio ore 11.30 e gigante femminile a Lienz (Aut) 10.15 e 13.30.

TV: Raisport ed Eurosport.

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