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E il Brasile del pallone sfida il suo tabù

In Brasile la chiamano «maldição», la maledizione. Tifosi e tecnici non si capacitano di come la nazionale di calcio cinque volte campione del mondo non sia mai riuscita a vincere l'oro olimpico. Alle 16 nello stadio di Wembley andrà in scena l'ennesimo tentativo, dopo i due argenti (1984, 1988) e i due bronzi (1996, 2008). Di fronte il Messico delle sorprese, per la verità fin qui agevolato da un cammino non proprio impossibile. Out le big più insidiose, Gran Bretagna, Spagna e Uruguay, i messicani sono l'avversario ideale per sfatare il tabù. Ma attenzione alle sorprese.
«Voglio vincere la medaglia d'oro per Pelé, per Ronaldo, perché rappresenteremo tutte le generazioni che ci hanno preceduto, sarà una partita storica» ha detto Neymar ma è come avesse parlato tutta la squadra. Il gruppo oscilla tra l'occasione di entrare nella storia del Paese e la paura di un nuovo flop. «Ricordo ancora Romario in lacrime nella finale di Seul. Pensiamo ogni momento al Messico - Neymar conferma l'ossessione - però non ci perdiamo il sonno».
Per riuscire nell'impresa, il ct Menezes si affida a un gruppo che è molto vicino a quello che partirà favorito ai Mondiali casalinghi del 2014. Questa è un po' la differenza tra il Brasile di oggi e gli ultimi, deludenti, alle Olimpiadi. Per dire, a Pechino c'erano Diego, Hernanes, Rafinha, Anderson, Sòbis: gente che poi non ha più visto la Nazionale se non in tv. A Londra invece, detto di Neymar, ci sono solide basi per il presente e il futuro. Non c'è un giocatore sotto i 19 anni e neanche uno sopra i 27. Le stelle sono Leandro Damiao, con 6 gol capocannoniere del torneo e cercato anche dal Milan, Oscar, già acquistato dal Chelsea per la modica cifra di 31 milioni, Marcelo e ovviamente Thiago Silva. Luci e ombre per gli «italiani» Juan, difeso dal compagno di reparto neoparigino, e Pato, solo un gol, di fatto riserva di Damiao come aveva annunciato Menezes a inizio torneo. Assente colpevole il «fenomeno» Lucas, 118 minuti sinora: praticamente 380.000 euro al minuto, secondo il prezzo che il Paris Saint Germain pagherà al San Paolo per averlo a gennaio.
Tutti giocatori comunque superiori alla media dei titolari del Messico. Gli ingredienti ci sono, ora bando a scaramanzie e riti vudù, tocca ai «pentacampeão».

Arrivare all'Olimpiade di Rio de Janeiro 2016 da detentori del trofeo ha un solo prezzo, quello della vittoria.

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