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E in tutta Europa è boom di giocatori stranieri

In serie A più della metà dei calciatori arriva dall'estero. Il record al Napoli, poi Lazio e Inter

E in tutta Europa è boom di giocatori stranieri

Ogni medaglia ha il suo rovescio, e se al giorno d'oggi passare tutta la carriera nella stessa squadra è sempre più difficile dipende anche dal fatto che sono in costante aumento sia la percentuale di calciatori che espatriano che il numero di trasferimenti nel corso dell'anno. Per calciatore espatriato si intende colui che si è formato in un Paese diverso da quello del suo attuale datore di lavoro e che poi è andato all'estero per motivi legati al calcio. Questo tipo di migrazione è cresciuta del 5% dal 2009 al 2017, al punto che oggi la percentuale di giocatori espatriati nei 31 campionati europei di massima divisione è del 39,7%.

Naturalmente ci sono Paesi in cui questo fenomeno è più marcato e altri dove lo è meno. In testa alla classifica c'è la Süper Lig turca, dove giocano il 65,6% di calciatori espatriati, mentre al secondo posto c'è la Divisione A di Cipro in cui militano le tre squadre europee che ne sono più imbottite: l'Apollon Limassol, in cui al 1° ottobre il 98,9% dei minuti era stato giocato da stranieri, l'Anorthosis (95,3%) e l'Aek Larnaca (91,5%). Al contrario possiamo dire che il campionato più identitario d'Europa è quello serbo, in cui i non serbi sono appena il 17,1%.

In questa classifica la serie A italiana si piazza piuttosto in alto, al 6° posto su 31 con una percentuale del 54,3% di giocatori espatriati. Se consideriamo le leghe più importanti solo la Premier ci batte col suo 59%, mentre in Bundesliga (48,6%), Liga (39,2%) e Ligue 1 (35,9%) giocano comunque meno stranieri che da noi. E se essere cosmopoliti fosse un titolo di merito lo scudetto lo vincerebbe il Napoli col suo 82,1% di non italiani, seguito dalla Lazio (80,1%), dall'Inter (79,8%) e dalla Roma (78,3); solo in zona Europa League la Juventus, con un 73,3% che la mette dietro anche all'Udinese.

Scherzi a parte, gli studi del Cies confermano l'aumento della mobilità dei giocatori e ciò significa che le squadre sono sempre più instabili, basti pensare che dal 2009 a oggi parte il numero di giocatori trasferiti in un anno in Europa è aumentato dell'8,1% arrivando a coinvolgere il 44,8% del totale.

La stabilità è diventata un lusso che poche leghe e pochi club possono permettersi, e a pagare il prezzo di tutto ciò è il sistema calcio nel suo complesso: l'aumento del divario tra ricchi e poveri, infatti, si ripercuote inesorabilmente sull'equilibrio delle competizioni.

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