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Ecco il "Leccester": talenti a costo zero, miracolo di Corvino

Sui social è già stato ribattezzato Leccester, ammiccando alla favola del Leicester di Ranieri capace di vincere clamorosamente la Premier League nella stagione 2015/16

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Sui social è già stato ribattezzato Leccester, ammiccando alla favola del Leicester di Ranieri capace di vincere clamorosamente la Premier League nella stagione 2015/16. Difficile un epilogo simile, anche se in Salento stanno sognando a occhi aperti. Non chiamatelo però miracolo: quello del Lecce in zona Champions League è il frutto di un lavoro certosino, in cui nulla è stato lasciato al caso. Un progetto nato nel 2017, quando Saverio Sticchi Damiani rilevò la società che ai tempi annaspava in Serie C. In 6 anni il club giallorosso ha realizzato una scalata incredibile, affacciandosi ora nei quartieri alti della massima serie. Mai nella sua storia, infatti, il Lecce era partito così forte in Serie A: 11 punti (3 vittorie e 2 pareggi) nelle prime 5 giornate che valgono l'attuale terzo posto in classifica. Il tutto senza spese folli e praticamente a costo zero. Eh già, la svolta per Sticchi Damiani arriva quando incontra Pantaleo Corvino, che accetta - alla stregua di una sorta di Ulisse del pallone - di tornare a casa dopo gli anni ruggenti con Fiorentina (portata 4 volte in Champions League) e Bologna. L'esperto talent scout decide di tornare nell'amato Salento per chiudere la carriera al timone di quel Lecce che aveva reso grande tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. Sfida accettata ripartendo dalla Serie B e con un budget limitato. Denari pochi, idee tante. Corvino non cambia il suo modus operandi e continua a setacciare ogni angolo d'Europa a caccia di talenti. Tutti puntualmente visionati e scelti con i suoi occhi insieme al braccio destro Stefano Trinchera. Alla faccia degli algoritmi che vanno tanto di moda, verrebbe da dire. Durante il lockdown una delle tante corvinate: il dirigente salentino scova in Danimarca nell'Admira Wacker un biondino semi-sconosciuto e lo porta al Via del Mare per soli 225mila euro. Quel ragazzo (Morten Hjulmand) oggi è il regista dello Sporting Lisbona, che l'ha prelevato in estate dal Lecce per 18 milioni di euro più 3 di bonus.

Denari con cui Corvino ha rifatto tutta la squadra, ingaggiando i vari Krstovic (nella foto con Corvino, il più costoso per 3,8 milioni), Rafia, Ramadani, Kaba, Faticanti e Venuti più i ritorni (stavolta a titolo definitivo) di Falcone, Pongracic e Oudin. Operazioni completate, di fatto, senza far spendere un euro alla proprietà. Tanta roba se consideriamo che i giallorossi vantano pure l'età media (24 anni e 7 mesi) più bassa di tutta la massima serie. Un laboratorio di giovani talenti (affidati a un tecnico preparato come D'Aversa) che - c'è da scommetterci - diventerà nel giro di qualche mese una delle gioiellerie più ambite del mercato internazionale. Piero Ausilio (Inter) settimana scorsa si è già mosso per visionare Krstovic (3 gol in 4 partite) apprezzato anche dagli scout del Milan; mentre il portiere Falcone (ripreso per 3 milioni dalla Samp e valutato già il triplo) è nei radar di Roma e Fiorentina. Quando la passione e la competenza non hanno età; perché le idee non invecchiano e mantengono giovani. E così Corvino (compirà a dicembre 74 anni) si gode il suo Lecce con l'entusiasmo di un ragazzino. Il bello deve ancora venire.

Tanto che Sticchi Damiani a inizio settembre l'ha blindato col rinnovo fino al 2026 (con opzione per il 2027). Il Leccester vuole continuare a volare ancora a lungo

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