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Ecco le pagelle tra "premifici" e i buu senza risposte vere

Ecco le pagelle tra "premifici"  e i buu senza risposte vere

S iamo già alla pagella del primo mese di serie A. Metti stasera che la Juventus a Brescia non faccia quello che sa e che dovrebbe, ripetendo la modestia di Firenze o quella contro il Verona. Metti che l'Inter, invece, ribadisca l'eccitazione del derby e continui a non far dormire Conte, metti che la Lazio, di contro, si liberi delle liti condominiali e ripeta la partita dell'anno scorso a San Siro. Metti che Giampaolo, nonostante l'appoggio del suo governo, non ce la faccia contro il Torino in affanno e che, infine, tra Roma e Atalanta venga fuori una verità, non dico definitiva, ma almeno significativa. Nel giro brevissimo di quarantotto ore il campionato tiene vive se stesso mentre a La Scala di Milano, prima Sofia Loren e Valentino, quindi Gullit e la D'Amico hanno sconsacrato il tempio della lirica per cose più futili (ehm), come l'alta moda e il premificio Fifa. Il mondo del football è un altro mondo ormai, là dove si parla poco di calcio e molto di business, di social, di sponsor e di sghei, perché il denaro conta più di un dribbling e il bilancio non è quello della classifica a fine anno ma il portafoglio pieno di buchi. Questo turno di mezza settimana offre trappole e speranze, perché è chiaro che l'Inter ha voglia di ribadire la fuga ma Juventus e Napoli non possono e non debbono mollare adesso. Prevedo che nonostante le vergogne del Tardini, i soliti noti si facciano risentire con gli strilli scimmieschi, in un altro Paese avremmo già nomi e cognomi del manipolo. Invece, nell'epoca del Grande Fratello, i ceffi da stadio sfuggono al Var e trovano complicità tra calciatori e dirigenti. Il presidente della Fifa ha detto che così non si possa andare avanti. Inviti la nostra federcalcio, che gli garantisce voti all'elezione, di fare il primo passo ma vero, non propagandistico. Al primo insulto stop, senza richiami e rinvii.

A partire da stasera, senza Cristiano Ronaldo e con Balotelli. Dove sta l'errore?

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