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Eintracht-Salisburgo, idee frizzanti

Progetti simili. E la scuola Red Bull ha formato entrambi i tecnici

Eintracht-Salisburgo, idee frizzanti

Idee e visione strutturata: ci sono allenatori che, partendo da questi due concetti, hanno creato una lunga schiera di seguaci, diretti e indiretti. Cruijff, Lobanovski, Sacchi. Ma anche senza scomodare i mostri sacri, ai giorni nostri ci sono tecnici capaci di lasciare un segno duraturo. Uno di questi è il tedesco Ralf Rangnick, da anni a capo del network Red Bull, che in Europa possiede il Lipsia e il Salisburgo. Da molti scambiato per corporate football (in poche parole: vincono perché hanno i soldi), in realtà si tratta di un modello virtuoso, economicamente sostenibile e sportivamente valido.

Basti pensare che il Salisburgo semifinalista di Europa League dello scorso anno (dove eliminò anche la Lazio) era stato costruito con 16,5 milioni di euro. Cifre non molto distanti dalla squadra attuale che affronterà il Napoli, piena di ragazzi prodotti dal vivaio o scovati in qualche remota landa calcistica. In panchina siede un allievo di Rangnick, Marco Rose, promosso in prima squadra nell'estate 2017 dopo aver vinto la Youth League con l'under 19. In patria non ha rivali, ma è in Europa che il calcio di Rose, fatto di poco possesso palla, pressing intenso e rapidissime transizioni, ha convinto tutti. Nell'attuale Europa League il Salisburgo ha vinto 7 partite su 8, eppure a gennaio, fedele ai principi societari, ha perso uno dei suoi pilastri, il mediano Haidara, passato ai cugini del Lipsia. Ricorda un po' la storia di Naby Keita: il Salisburgo lo scovò nella terza divisione francese pagandolo 1,5 milioni, per poi rivenderlo al Lipsia per 24 milioni, e questi a loro volta lo hanno ceduto al Liverpool per 60. Esempio di come la Red Bull, pur investendo (soprattutto in infrastrutture), non perda mai di visto l'obiettivo dei bilanci in attivo.

A Francoforte c'è invece Adi Hütter, altro tecnico del network Ragnick. Iniziò allenando le giovanili del Salisburgo, poi si è costruito la sua carriera portando il piccolo Grödig in Europa e, lo scorso anno, vincendo il campionato svizzero con lo Young Boys (primo titolo per i bernesi negli ultimi 32 anni). Ma il suo capolavoro lo sta mettendo in mostra all'Eintracht, dove ha sostituito Nico Kovac, che aveva fatto meraviglie. Hütter però ha cambiato tutto: il calcio di Kovac era molto focalizzato sulla fase difensiva, lui ha votato la squadra all'attacco. Un calcio veloce, intenso, anche dispendioso, che dopo i primi rovesci (durante i quali è sempre stato difeso a spada tratta dalla società) ha imposto l'Eintracht come una delle squadre rivelazione della Bundesliga. Soprattutto, una macchina da gol: 21 quelli stagionali di Jovic, 17 quelli Haller, 9 quelli dell'ex Viola Rebic, attualmente ko per un problema al ginocchio. Ma non solo le punte sono stati valorizzate, basti pensare al trequartista Gacinovic, tra i migliori assist-man dell'attuale Europa League, e all'interno con il vizietto del gol Kostic.

Ambiente e idee, ancora una volta il mix è quello giusto.

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