Vince il 23enne belga Remco Evenepoel (nella foto), ma noi ci perdiamo lo scontro frontale, la sfida più attesa e agognata, quella con Tadej Pogacar, che finisce gambe per aria e in ospedale con lo scafoide sinistro rotto. Evenepoel in maglia iridata per il secondo anno consecutivo finisce sul grandino più alto della Liegi, Pogacar finisce in sala operatoria per ridurre immediatamente la frattura e i tempi di recupero, per non compromettere il Tour de France, prossimo obiettivo per il 24enne sloveno.
Niente scontro frontale, niente faccia a faccia, niente sfida tra i due corridori più forti del pianeta. Tadej dopo soli 90 chilometri finisce la corsa, mentre Remco finisce il lavoro come sempre arrivando tutto solo come un anno fa a Liegi, solo che questa volta lo fa con quella maglia con i colori dell'arcobaleno in attesa di vestirsi di rosa sulle strade del Giro (il via sabato 6 maggio da Fossacesia, ndr) e arricchire così la sua collezione.
Doveva essere lo scontro tra la «meglio gioventù» del ciclismo mondiale, ma la Liegi resta ugualmente stellare, grazie al giovane prodigio belga che da spettacolo e fa la differenza sulla côte de Cornémont. È il suo modo di dire al mondo che in questo club di eletti «eletti» ci sta benissimo. Che anche lui è un uomo da record, con un mondiale, due Liegi e una Vuelta già in bacheca.
E a proposito di record, a noi italiani il belga ce ne toglie in un colpo solo due: quello di ultimo vincitore della Liegi in maglia iridata (Moreno Argentin, 1987) e di ultimo a vincere due edizioni consecutive (Michele Bartoli, 1997 e 1998). L'Italia del pedale resta fuori anche dai primi dieci: 13°posto con Giulio Ciccone.
A tener alto l'onore italico ancora una volta le donne, con una superba Elisa Longo Borghini che contende la vittoria all'incontenibile Demi Vollering, alla quale riesce la tripletta Amstel, Freccia e Liegi, che sognava di realizzare proprio Tadej Pogacar, prima di finire in una sala operatoria dell'ospedale di Gand.
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