Europei 2020

Fermate quell'uomo! Sterling, l'asso nella manica dell'Inghilterra

Sarebbe riduttivo descrivere l'attaccante del Manchester City come l'uomo dei tuffi, ricordando il rigore inesistente fischiato dall'arbitro nella semifinale contro la Danimarca. È un attaccante velocissimo dotato di grande classe e tocchi da campione

Fermate quell'uomo! Sterling, l'asso nella manica dell'Inghilterra

Molti in Italia lo conoscono come il "mago dei tuffi", per il rigore generoso, per usare un eufemismo sin troppo gentile, che si è conquistato contro la Danimarca, permettendo alla Nazionale di Sua Maestà di conquistare l'ambita finale degli Europei di calcio. Difficile trovare qualcuno che, senza mettersi a ridere, sostenga che il danese Jensen abbia fatto fallo su Sterling. Eppure, nonostante l'occhio elettronico del Var (che evidentemente quel giorno doveva essersi appisolato), l'arbitro ha fischiato il rigore e Kane, dopo essersi fatto parare il tiro dal dischetto (lì per lì sembrava la giusta punizione per una clamorosa ingiustizia) sulla respinta del portiere ha ribadito in rete.

Sarebbe però ingeneroso ridurre il forte Raheem Sterling a quel tuffo. L'attaccante del Manchester City è, insieme ad Harry Kane, la vera stella della nazionale inglese. Si completa alla perfezione con Kane, tanto è forte e potente il primo, quanto è rapido e sgusciante Sterling. Tatticamente è un attaccante esterno, che può giocare senza problemi su una fascia o nell'altra, anche se privilegia partire da sinistra per poi accentrarsi. Formidabile nel dribbling e nelle finte, calcia con entrambi i piedi ed ha una gran velocità.

Ventisette anni a dicembre, nato a Kingston (Giamaica), cresciuto con la nonna e la madre, non ha mai conosciuto il padre, morto durante una sparatoria. A cinque anni si trasferisce con la mamma a Londra e va a vivere nel quartiere di Brent. Qualche giorno fa ha raccontato: "Abitavo a due minuti da Wembley e da piccolo mi sono sempre detto: se mai riuscirò a giocarci devo riuscire a segnare un gol". Sul polpaccio ha tatuato un bimbo che guarda lo stadio da fuori. Quel bimbo potrebbe essere lui e il sogno è diventato realtà.

A dieci anni entra nell'Academy del Queen's Park Rangers, e dopo quattro anni già si è messo in luce abbastanza, conquistando la copertina di un giornale del suo paese natio, che lo elogia come promessa del calcio. A sedici anni passa al Liverpool. L'esordio in campo in Premier League nel marzo 2012, a soli diciassette anni. Gioca bene e comincia a segnare: una doppietta rifilata all'Arsenal, nel febbraio 2014, fa ingolosire moltissimi club inglesi. Si vede che ha stoffa da vendere e, dato che è giovanissimo, i margini di crescita sono alti. Il Manchester City punta su di lui e nell'estate 2015 lo acquista per circa 68 milioni di euro. A suon di dribbling, tocchi di classe e gol il ragazzo cresce e diventa sempre più protagonista. Nel 2019 vince il campionato con il City, e pure l'FA Cup, realizzando una bella tripletta nella finale con il Watford. Dopo pochi mesi un'altra tripletta, stavolta in Champions League, nella gara vinta dal City per 5-1 contro l'Atalanta. Ovviamente nel calcio, così come in ogni sport, non si può sempre vincere: il 29 maggio 2021 è un giorno amaro per Sterling, con il City sconfitto in finale di Champions dal Chelsea.

Sterling esulta con Kane

L'impegno in Nazionale

Dopo aver giocato con i colori dell'Inghilterra fin dall'Under 16, Sterling conferma le proprie qualità e si fa largo anche nelle rappresentative maggiori, a partire dal Mondiale in Russia con l'Under 17 e le qualificazioni agli Europei con l'Under 21. La Giamaica non lo convoca (pur potendolo fare) e così Sterling nel settembre 2012 risponde alla chiamata del ct Roy Hodgson. Partecipa ai Mondiali del 2014 e del 2018. Lo squillo di tromba arriva in una gara il 22 marzo 2019 in una partita di qualificazione per gli Europei contro la Repubblica Ceca: Sterling si scatena va a segno tre volte.

Agli Europei di quest'anno segna subito alla Croazia e decide anche la partita contro la Repubblica Ceca, regalando il primo posto nel girone ai suoi compagni. Decisivo anche agli ottavi, contro la Geermania, e nei quarti con l'assist a Kane per la prima rete agli ucraini. Della semifinale abbiamo detto all'inizio: conquista il rigore decisivo, dopo aver propiziato l'autorete dell'1-1. Comunque vadano le cose lui ci mette sempre lo zampino. Ed è decisivo.

I tanti insulti e il tatuaggio con il kalashnikov

Sterling è uno dei giocatori maggiormente presi di mira dai cori razzisti. Forse l'unica ragione è che lui non sta zitto, denuncia sempre gli episodi ed è tra i più attivi nella lotta contro le discriminazioni razziali. Un tatuaggio che ha sulla gamba in passato ha suscitato qualche polemica. È un kalashinov. Molti si sono chiesti che senso avesse disegnarsi sulla pelle una simile arma. Lui spiegò così quel tatuaggio: "Quando avevo due anni mio padre è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco. All’epoca avevo promesso a me stesso che non avrei mai toccato un’arma. Calcio di destro, dunque il tatuaggio ha un significato più profondo".

Sterling è uno dei calciatori più attivi, sia in Premier League che a livello internazionale, nel promuovere l'inginocchiamento dei giocatori prima delle partite, a sostegno della lotta contro il razzismo.

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