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Froome congela il Tour con il turbo

Zakarin trionfa in salita. E la maglia gialla incrementa il vantaggio

Froome congela il Tour con il turbo

Il Tour è un effetto ottico: vanno talmente veloci che sembra tutto fermo. Alla fine di una tappa come quella di ieri è lecito domandarsi: tutto qui? In programma c'erano quattro gran premi della montagna: due di terza categoria, uno di prima e l'arrivo di «hors categorie» a Emosson. La media finale è stata semplicemente folle: 180 km percorsi ad oltre 40 chilometri orari. E questo è il «leitmotiv» di questo Tour: velocità folli tutti i santi giorni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: corridori sfiniti per la fatica e con le forze livellate, incapaci di fare davvero grosse differenze. E il percepito dei «suiveurs» e degli «aficionados» è che stia succedendo poco, ma non è così.

Anche ieri, come in tutte le corse a tappe che si rispettino, si è corso per un traguardo di giornata (la tappa) e uno in prospettiva (il Tour). Corsa nella corsa, si dice. La tappa è finita a Ilnur Zakarin. Al debutto sulle strade di Francia, il russo che un anno fa si aggiudicò il Giro di Romandia e la tappa di Imola al Giro d'Italia, aveva già sfiorato il colpo domenica scorsa, verso il traguardo di Culoz, ma in discesa aveva mostrato i soliti limiti tecnici oltre ad un problema con le lenti a contatto che l'hanno condizionato. Questa volta non c'è stato nessuno in grado di stargli dietro: nemmeno il colombiano Pantano, vincitore a Culoz e il polacco Majka, terzo, che si è però consolato rafforzando la sua maglia a pois di miglior «grimpeur».

La corsa per la maglia gialla ha detto invece ancora una volta se ne c'era bisogno - che il più forte è Chris Froome. Ad un chilometro e mezzo dal traguardo il britannico si è lanciato all'inseguimento dell'amico ed ex compagno di squadra Richie Porte che ha avuto il merito di accendere la miccia nel finale. Il tasmaniano in salita certamente il più brillante - e la maglia gialla alla fine sono riusciti a rosicchiare qualche secondo un po' a tutti i diretti avversari: Adam Yates arriva a 8'', il nostro Fabio Aru a 19'', Nairo Quintana a 28'', Bauke Mollema a 40''. Ora l'olandese è sempre secondo in classifica generale, ma scivola a 2'27'' da Froome. Il terzo, Yates, è a 2'53'', mentre Quintana irriconoscibile - scivola a 3'27''. Porte è sesto a 4'27'', mentre il nostro Fabio Aru ha guadagnato due posizioni (ha superato nella generale Daniel Martin e Tejay Van Garderen) e ora si trova a 5'35'' dalla maglia gialla. A 2'38'' dal podio. «È stata una giornata molto dura per la velocità folle e per il gran caldo ha spiegato Fabio Aru -. Ora l'importante è recuperare forze, ma anche posizioni. Sono ottavo, e a me non va ancora bene».

Oggi è in programma la cronoscalata di 17 km da Sallanches a Megève: Froome può allungare ancora. Aru deve provare a non perdere posizioni.

Guadagnare ancora qualcosa sarebbe l'ideale.

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