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Froome è il padrone del Tour. Grande crono di Aru: è terzo

L’inglese della Sky distrugge la concorrenza nella cronoscalata di Megève. Lascia a 21” il favoritissimo Dumoulin. Ottima prova del sardo, alla pari con Porte. Domani e dopo i due tapponi alpini dovranno definire la classifica: il sardo spera nel podio

Froome è il padrone del Tour. Grande crono di Aru: è terzo

Un colpo di maglio. Sul Tour e sulle residue speranze degli inseguitori anche solo di scalfire il suo primato. Chris Froome, come da copione, usa la cronoscalata come arma impropria per chiudere i conti con la Grande Boucle 2016. Tom Dumoulin, il migliore su piazza nelle prove contro il tempo, staccato di 21 secondi. Un guadagno accumulato tutto nell’ultimo tratto, scollinamento e discesa a perdifiato su Megève. Forse l’olandese volante ha scelto di «salvare» l’osso del collo, il suo grande obiettivo dopo tutto è l’oro a cinque cerchi di Rio e al Tour di tappe ne ha già vinte due. Il kenyano bianco invece non lascia scampo a nessuno e, almeno oggi, la squadra conta niente. Fa tutto da solo, d’agilità e potenza.L’altro «vincitore» di giornata è italiano e sia chiama Fabio Aru. Il «cavaliere dei quattro mori» corre una prova contro il tempo tenace, determinata ed efficace. Solo 33 i secondi lasciati sul campo rispetto alla maglia di Froome, alla pari con un grande specialista delle prove a cronometro come l’australiano Richie Porte. Un segnale incoraggiante, soprattutto sullo stato di salute del sardo, in vista degli ultimi due tapponi alpini che decideranno la classifica finale di Parigi. Aru con il colpaccio di Megève recupera secondi ai rivali diretti e, soprattutto, una posizione. Da stasera è 7° a 6’08” da Froome. Ma se l’obiettivo può essere il podio il discorso si fa più interessante anche perché Mollema che al momento è in seconda piazza, rende praticamente 4’ al leader (3’52”).Affondano definitivamente invece le speranze di Nairo Quintana. Il colombiano non ha ancora superato la giornata difficile di ieri. E le sue dichiarazioni sono tutt’altro che battagliere. «Ci saranno altre occasioni di vincere il Tour, gli ultimi vincitori avevano tutti più di 26 anni». La resa incondizionata gli fa lasciare per strada altri 1’10”. Oltre ad Aru e Porte si distinguono a Megève Bardet (5° all’arrivo a 42”) e, a sorpresa, Purito Rodriguez (8° a 1’02”). Cresce anche la condizione di Vincenzo Nibali che, dopo le trenate convincenti in salita di ieri che hanno frantumato il gruppo, chiude 15° a 1’23”.

La strada per Rio è quella giusta.

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