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La fuga con l'Apache illude la Signora che si fa riprendere

Doppietta dell'argentino, poi i gol di Toni e Gomez. La Juve boccheggia nel finale. Osvaldo, buon esordio

La fuga con l'Apache illude la Signora che si fa riprendere

nostro inviato a Verona

«Si poteva fare molto meglio - fa Conte -. Dispiace, è la dimostrazione che non basta essere padroni del campo per un solo tempo". È finita con Gomez che la mette nei minuti di recupero sotto la spinta incessante di Mandorlini e della curva gialloblu che non ha smesso un attimo di crederci. E dentro un epilogo rocambolesco in cui è successo di tutto, compreso un braccio in area di Lichtsteiner, nettamente involontario, ma che ha incendiato ancora di più il Bentegodi.
Un gol che ha messo in mezzo tutti, anche Pogba che lascia calciare dalla sua trequarti campo la punizione letale senza contrastare, Iturbe per Romulo, Peluso chissà dov'è, palla in area e Gomez dentro da un paio di minuti che salta più alto di tutti e fa il 2-2. Rete subita da calcio da fermo, come la prima. Juve che nel finale boccheggia come già contro l'Inter. E allora c'è da capire se è un calo fisico o di concentrazione. Con l'Inter era sopra di tre gol, qui di due, ma fino a quel punto il divario sul campo era una voragine. Un minimo di eccessiva sicurezza ci sta. Partita caricata molto, quasi fosse l'ultima stazione per fermare il treno Juve e far ripartire l'interesse per questo campionato che pare inesorabilmente chiuso. Nonostante i continui dinieghi di Conte. Il fatto è che questa Juve, fa sembrare qualunque avversaria una squadra di paese e ieri per un tempo è toccato al Verona.

Tevez è andato presto in gol e nonostante la partita fosse iniziata da quattro minuti scarsi, si è capito subito che Toni, Iturbe e Jankovic avrebbero fatto una fatica dell'accidenti a rimontarlo. Verona spento oltre l'immaginazione, in pochissimi altre occasioni di questo campionato si era visto affrontare la Juventus con una squadra talmente coperta. Toni metteva malinconia in mezzo a tre, a volte quattro, non aveva vie di fuga e neppure compagni con cui scambiare. Nel primo tempo Iturbe è sceso una sola volta palla al piede fino al limite dell'area di rigore bianconera e all'improvviso se n'è trovati addosso quattro, a Romulo è andata anche peggio, in cinque su di lui alla mezz'ora quando il punteggio era già sul 2-0. Non c'era aria di goleada ma all'intervallo si poteva anche parlare d'altro, le reti due occasioni facili, Llorente un leone in area a proteggere, Lichtsteiner padrone incontrastato della sua fascia, Asamoah il migliore in assoluto. Al limite l'argomento poteva diventare Osvaldo. E infatti Conte ha iniziato subito a farlo scaldare, dopo venti minuti l'ha messo dentro per Llorente anche se a quel punto qualcosa era già cambiato perchè Toni aveva riaperto la partita e stava disegnando un altro finale. Tutto è rimasto molto dalla parte Juve, palo esterno di Osvaldo al 23', gol di Osvaldo annulato per fuori gioco di Asamoah che riceve e restituisce all'italo argentino, ma proprio in zona caldissima anche una paratona di Buffon su palla schizzata da Toni in piena area e deviata.

Il Verona era passato da una situazione di assoluta sudditanza psicologica, tipo Jankovic che senza avversari nel raggio di dieci metri scaglia la palla in calcio d'angolo, a una forza interna di ribellione massima quando carica a pieno organico e testa bassa. La Juve oscilla, poi vibra forte, alla fine cade, qualcuno adesso vede addirittura Llorente in fuori gioco sul primo gol di Tevez, e forse non è così passivo, ma la Juve resta padrona del campionato non scherziamo.

Sempre che non ripeta i suoi pericolosissimi finali.

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