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Furia ultrà, agguato a Toni e Setti

Domenico Latagliata

Violenza. Ancora una volta. Ieri, ad Avellino. Pochi giorni fa, a Pescara. Episodi che fanno seguito all'ultimo rapporto dell'Associazione italiana calciatori secondo cui nella stagione 2015/16 gli episodi di minacce, intimidazioni e aggressioni contro giocatori e squadre sono aumentati del 125%: dalla serie A ai dilettanti, i calciatori sono infatti stati oggetto di attacchi di ogni sorta. Altro che mondo dorato e barriere da eliminare negli stadi: si è precipitati nel penale. Protagonisti, loro malgrado ieri, il presidente del Verona Maurizio Setti e i dirigenti Luca Toni e Francesco Barresi, aggrediti da un gruppo di pseudo tifosi mentre stavano raggiungendo in auto lo stadio Partenio di Avellino: dopo insulti e minacce, i delinquenti hanno poi danneggiato l'auto, sfondandone i vetri e prendendola a calci. Setti si è poi recato in Questura per denunciare l'accaduto. Toni ai microfoni di Sky: «Un ragazzo che ci ha ci ha identificato come tifosi dell'Hellas. Siamo stati accerchiati da una quindicina di persone che, dopo avere dato pugni e calci alla macchina, hanno sfondato il finestrino a fianco del presidente colpendolo anche con una bottiglia di birra. Dispiace molto: a venti metri da noi c'erano dei vigili che si sono girati dall'altra parte senza fare nulla. Pensavamo di essere almeno un po' protetti: invece, niente».

Nei giorni scorsi le due auto del presidente del Pescara Sebastiani incendiate nel cortile di casa. Nemmeno il tempo di girare pagina che a Roma sponda Lazio - hanno pensato di esporre uno striscione minaccioso all'ingresso del centro sportivo di Formello: «Keita-Tounkara, abbassate la cresta o ve la tagliamo noi!». Il motivo? Keita non ha finora rinnovato il contratto in scadenza a giugno 2018, mentre Tounkara è stato preso di mira per la lite avvenuta all'Olimpico con un tifoso che aveva insultato Biglia al termine del match contro il Chievo. Mentre la procura della Figc, dopo le indagini della magistratura torinese, ha predisposto a fine gennaio un documento di chiusura indagini molto duro nei confronti della Juventus: gli inquirenti federali vogliono infatti approfondire la natura dei rapporti tra il club bianconero e alcuni gruppi ultrà per la distribuzione di biglietti e abbonamenti.

Un quadro inquietante per la presenza di personaggi vicini alla criminalità organizzata.

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