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Il Gallo prende a cazzotti i sogni del basket azzurro

Incredibile follia del nostro sportivo più pagato "Chiedo scusa a tutti". Ma ora l'Italia è nei guai

Il Gallo prende a cazzotti i sogni del basket azzurro

Serviva un bel giocatore di basket ad Azzurra Tenera in viaggio verso un Europeo che sarebbe stato comunque difficile, non certo un pugile che si rompe la mano tirando un cazzotto. Brutta e triste storia quella di Danilo Gallinari, un prescelto di talento, il più pagato dei professionisti nello sport italiano, che fa diventare insopportabile l'anticiclone Lucifero che da oggi arrostirà la nazionale di basket al ritrovo di Cagliari dopo aver vinto il torneo di Trento, che doveva dirci qualche cosa su una squadra senza un centro di gravità permanente ma ci ha soltanto rubato il giocatore più forte.

Il Gallo se ne va anzitempo con una mano ingessata per la frattura del primo metacarpo della mano destra, quella che usa meno per il basket, ma, purtroppo, quella che ha utilizzato per vendicarsi di una gomitata alla carotide dell'olandese Kok al 18' della partita che forse ha compromesso il viaggio dell'Italia verso un Europeo che doveva essere il riscatto per tutti, soprattutto per il Gallinari da 57 milioni di euro lordi ingaggiato dai Clippers di Los Angeles, dopo la beffa del preolimpico perso in casa con la Croazia. Se perdi il giocatore più forte e carismatico all'inizio della preparazione sei davvero nei guai anche se hai un grande ct come Ettore Messina e una squadra che sembrava costruita bene ma che adesso dovrà rivedere tutto perché perde, per una bambinata, l'uomo su cui stava costruendo una nave invisibile da mandare in mezzo alle corazzate del Vecchio Continente.

Il Gallo se ne va, chiede scusa a tutti, ci mancherebbe, lascia una nazionale dove la sua voglia di riscatto, mai vinto niente con Azzurra, ci avrebbe trascinato già dal girone di qualificazione a Tel Aviv, che partirà il 31 agosto proprio contro Israele e poi ci metterà di fronte Ucraina, Lituania, Germania e Georgia. Basterà essere nelle prime quattro per andare agli ottavi sul campo di Istanbul dove tutto si concluderà il 17 settembre. Il primo passo non pare difficile, anche senza Gallinari, ma poi servirà qualcosa più della fortuna che sembra averci abbandonato in Europa dal 2003, bronzo in Svezia, e nel mondo dal 2004, argento olimpico. Tredici anni di tormenti, senza un successo che valorizzi questa generazione considerata con troppa fretta «la migliore di sempre».

Ci serviva il miglior Gallinari per mascherare debolezze evidenti, ora restano Belinelli e il capitano Datome per fare una squadra da combattimento, forte in difesa, paziente in attacco. Da Cagliari si riparte per costruire qualcosa che ora sembra anche più fragile, partite contro Nigeria il 6 e ancora il 12, Finlandia e Turchia, passando per Tolosa (Montenegro Belgio e Francia) per finire la preparazione al Pireo contro la Serbia di Djordjevic che dovrebbe sostituire Messina perché l'assistente di San Antonio ha deciso di chiudere con la nazionale dopo l'Europeo, Grecia e ancora Georgia il 25 agosto.

Ieri, mentre in Lega usciva il calendario per il campionato della nuova stagione con Milano che resta superfavorita, anche dopo la beffa dell'ultimo torneo, Messina e il suo gruppo hanno cercato di capire se sarà Burns il preferito fra i passaportati ( Biligha è andato bene ma è acerbo, Abass è in ruolo supercoperto) se Vitali sarà preferito a Cinciarini come regista al fianco di Hackett e Filloy, cercando di capire cosa può dare davvero Cervi, unico superlungo, più di Cusin.

Speriamo davvero che quel pugno del Gallo non ci abbia rovinato ancora una volta un progetto che stava già in piedi a fatica.

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