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Garcia ritrova Totti e il Toro finisce male

Rientrano il capitano e gli altri risparmiati a Monaco. Torosidis sblocca subito la partita Keita e Ljajic arrotondano. Si rivede Strootman

Rudi Garcia e Francesco Totti dopo la sostituzione contro il Torino
Rudi Garcia e Francesco Totti dopo la sostituzione contro il Torino

Roma - Se in campionato la Roma giocasse solo all'Olimpico, avrebbe un ruolino di marcia immacolato. Implacabile la legge del campo di casa che in sequenza ha colpito Fiorentina, Cagliari, Verona, Chievo, Cesena e ieri sera il Torino. Tutte squadre punite con almeno due gol di scarto e nessuna in grado di violare la porta di De Sanctis. E visto che gli scudetti passano anche dalle vittorie con le piccole (Capello docet, vedi anno del tricolore romanista 2001), il percorso netto è un altro viatico per il sogno diventato dichiarazione d'intenti di Rudi Garcia.

Il condottiero francese voleva delle risposte da una squadra balbettante e sull'orlo di una crisi di risultati alla vigilia di una sosta del torneo che servirà (al netto dei convocati nelle varie nazionali, l'Italia di Conte ne avrà però uno solo giallorosso, Daniele De Rossi) per recuperare energie e svuotare l'infermeria. L'unico modo per cancellare le prime critiche a tecnico e squadra era conquistare la vittoria, puntualmente arrivata con il metodo Roma di quest'anno: gol nei primi tempi - già 13 su 18 reti realizzate in A in questa stagione – e chiusura anticipata della pratica. Il Torino era l'avversario giusto, anche se le ombre del passato (l'anno scorso il pareggio in trasferta che fermò la splendida serie di successi giallorossi e i tre punti ottenuti all'Olimpico solo sui titoli di coda) aleggiavano su Trigoria. Ombre spazzate via subito dal giusto approccio della Roma e dalla tensione evidente dei granata.

La Roma risponde così alla Juve, tenendosi alla distanza sancita dallo scontro diretto, e allunga sulle inseguitrici (tranne il Napoli, ora terza forza del campionato). E se Gervinho continua il suo digiuno che dura ormai da un mese e mezzo, Destro resta ancora in panchina per 71 minuti (ed è ignorato anche dal ct azzurro nelle convocazioni per Italia-Croazia) e Totti regala i soliti assist, Ljajic va ancora in gol all'Olimpico e con la mimica sembra zittire i suoi detrattori. Ma la serata porta alla ribalta anche il difensore greco Torosidis (il suo gol segnato con un'incursione da attaccante è il secondo in A con i giallorossi) e il centrocampista maliano Keita, che festeggia la sua prima rete in giallorosso baciando lo stemma del club stampato sulla maglia. Diventano così 12 i calciatori della Roma andati in gol in questa stagione, nessuno ha fatto meglio.

Il Toro fatica invece a guarire da un malessere sempre più diffuso, riemerso nel brutto match con l'Atalanta ed esploso nella fredda serata di Helsinki, dove un infuriato Ventura era arrivato addirittura a un passo dalle dimissioni.

Immaginiamo il tecnico granata nell'intervallo della partita di ieri sera: avrà sbraitato contro i suoi giocatori, entrati in campo con le facce tese e poi annichiliti da un primo tempo romanista nel quale poteva essere necessario un pallottoliere se la Roma avesse sfruttato tutte le occasioni create (dalla traversa su punizione di Pjanic alle parate di Gillet sempre sul bosniaco e su De Rossi). La faccia di Cairo durante la partita esprimeva tutte le preoccupazioni di un gruppo che fatica a uscire dal tunnel. Nella serata in cui la difesa affonda (tre gol subiti in un match, finora i granata ne aveva incassati nove in 10 partite), con Emiliano Moretti che festeggia nella maniera peggiore la chiamata di Conte in nazionale, il solo Quagliarella offre le rare insidie alla porta di De Sanctis. Troppo poco per uscire indenne dall'Olimpico.

Sui titoli di coda l'immagine più bella della serata: il ritorno in campo, tra gli applausi dei 35mila dell'Olimpico, di Kevin Strootman dopo otto mesi di stop per il grave infortunio al crociato.

Un'arma in più per Garcia all'inseguimento degli ottavi di Champions e della gloria in serie A.

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