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Giallo in Ferrari Rimosso Sassi, il papà del super motore

Giallo in Ferrari Rimosso Sassi, il papà del super motore

Non più tardi di un mese fa il mondo ferrarista, inteso come squadra, notabili rampanti e tifosi del Cavallino, si era spellato le mani applaudendo il gruppo di ingegneri made in Italy artefice della resurrezione Ferrari. Un pool di uomini sconosciuti e di casa nostra che aveva saputo trasformare la monoposto claudicante della passata stagione in una macchina da guerra capace di issarsi in vetta al mondiale piloti e vendere cara la pelle in quello costruttori. Un applauso che aveva come epicentro della soddisfazione il reparto motoristico. Vuoi perché storicamente vanto della Ferrari, vuoi perché Mattia Binotto, ex capo e coordinatore Motori, diventato giusto un anno fa responsabile tecnico, aveva dimostrato di saper ben gestire non solo i propulsori e chi ci lavorava, ma l'intera struttura tecnica. E vuoi soprattutto perché Lorenzo Sassi, l'ingegnere chiamato ancora ai tempi della presidenza Montezemolo a progettare i propulsori ibridi dopo il disastroso avvio di stagione del 2014, aveva in pochi mesi scodellato un motore degno, a detta anche dei rivali tedeschi, di quello Mercedes (le tre vittorie 2015 giunte quasi inaspettate persino per patron Marchionne e team principal Arrivabene). Un lavoro, quello del pool coordinato da Sassi, progettista puro, che quest'anno aveva poi permesso di mettere in pista una monoposto per potenza, termica e ibrida, in tutto e per tutto al livello dei mostri di Stoccarda.

Ecco. Ora si scopre che non più tardi di qualche giorno fa, proprio Sassi, il tecnico della svolta più importante, sarebbe stato rimosso dal proprio incarico perché, questo è quanto emergerebbe dalle segrete stanze maranelliane, Marchionne non sarebbe più soddisfatto. Una indiscrezione che, se confermata, oltre che incredibile per la bontà dei risultati fin qui raccolti dal tecnico, risulterebbe preoccupante in prospettiva pensando che si è nel mezzo della stagione (da domani motori accesi a Zeltweg) e in piena lotta per il mondiale. Ma tant'è: anche un anno fa, quando Marchionne mandò via il dt Allison per scommettere su Binotto tutti sgranarono gli occhi. Però all'epoca il motivo era intuibile.

Adesso no.

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