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Il Giro fa 100 in salita e mette Aru contro Nibali

Corsa durissima con Etna, Mortirolo, doppio Stelvio e Dolomiti. Sarebbe l'ideale per Froome, ora è caccia al cast

Il Giro fa 100 in salita e mette Aru contro Nibali

Milano Cento anni di storia condensati in ventun tappe, e in oltre tremila chilometri. Da venerdì 5 a domenica 28 maggio. Un Giro duro e selettivo, che piacerebbe molto a Chris Froome, ma che in ogni caso piace a Vincenzo Nibali e Fabio Aru, dal prossimo anno e per la prima volta fratelli contro.

Dopo le tre tappe sarde (il via da Alghero) in onore di Fabio Aru, la carovana rosa sbarcherà in Sicilia e saranno subito fuochi d'artificio con l'arrivo sull'Etna a 1.892 metri. «Occhio a questa tappa ammonisce Mario Cipollini arriva dopo solo quattro tappe. Questa è una salita tosta, difficile, che non consente ai corridori di arrivare al Giro con una condizione in via di definizione. Bisogna stare bene ed essere subito al top. Qui saranno in tanti a lasciarci le penne», dice il toscano senza giri di parole.

Dopo l'omaggio a Nibali con l'arrivo a Messina, si riparte da Reggio Calabria per risalire la Penisola toccando Terme Luigiane, Alberobello e Peschici prima di un altro arrivo in salita il secondo - sul Block Haus. Prima sfida contro il tempo con la Foligno-Montefalco, tutt'altro che semplice con i suoi 39 chilometri di continui saliscendi. A seguire Bagno di Romagna (con il Monte Fumaiolo), la volata di Reggio Emilia (faranno anche un tratto in autostrada, con tanto di Gpm) e quella di Tortona prima di un nuovo traguardo in salita, al Santuario di Oropa. Da Valdengo poi arrivo a Bergamo dopo aver affrontato il Miragolo San Salvatore e Selvino, come avvenuto poche settimane fa al Lombardia.

La settimana decisiva si apre con un autentico tappone fin troppo duro, fin troppo esagerato, la Rovetta-Bormio con Mortirolo, Stelvio (ovviamente Cima Coppi) e Giogo di Santa Maria (il versante svizzero dello Stelvio a quota 2.502 m: gli unici 20 km all'estero) prima della picchiata verso il traguardo.

Dopo il traguardo di Canazei, altra tappa molto dura con la Moena-Ortisei, con Pordoi, Valparola, Gardena e Passo di Pinei prima dell'ascesa finale. L'ultimo atto è una cronometro, da Monza (autodromo) a Milano: ultima tappa di 28 chilometri.

«È un Giro molto bello e suggestivo spiega Aru che dovrà essere affrontato con grande attenzione e ci costringerà ad andare molto forte fin da subito». Più critico, come sua abitudine, Francesco Moser: «È un bel Giro, ma non si pensa mai ai corridori. È vero che le tappe di montagna sono belle e suggestive, ma questa volta secondo me si è esagerato. Mi sembra esageratamente duro. Troppo duro».

Ed è difficile non pensarla come il campione di Palù. Giro tosto, tostissimo, ma come spesso si dice, la corsa la fanno i corridori. Oltre ad un bel disegno (e il disegno di Mauro Vegni, il direttore della corsa rosa, è certamente molto buono), bisogna avere anche un bel cast di partecipanti. Per questo, però, ci stanno ancora lavorando.

Intanto, però, sappiamo che avremo il primo duello tra Nibali e Aru, ed è già tanta roba.

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