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Il giro di Lewis e Vale al parco giochi dell'impossibile

Hamilton e Rossi si sono scambiati auto e moto per un giorno. Una trovata fine a se stessa

Il giro di Lewis e Vale al parco giochi dell'impossibile

Hanno chiuso il parco giochi lasciando fuori i curiosi. Peccato davvero perché a porte aperte Valentino in Mercedes e Hamilton in Yamaha avrebbero fatto divertire un sacco di gente. Ma così ha voluto lo sponsor energetico che accompagna i due campioni e ha preferito tenere tutto nascosto (social a parte) per produrre poi un documentario che sarà un super spottone pubblicitario. D'altra parte è stato tutto solo un gioco. Un gran bel gioco per i protagonisti che hanno potuto scambiarsi i loro giocattoli preferiti con massima libidine per entrambi. Io porto la moto. Io porto l'auto. Dai che poi ce le scambiamo. Quello che facevamo al parco con le biciclette, i palloni o lo skate, loro lo possono fare con la monoposto campione del mondo di Formula 1 e una moto che qualche gara (non con Vale purtroppo) l'ha vinta negli ultinmi anni. Giocattoli da ricchi. Anzi di più, perché non c'è nessun riecco che possa permettersi di guidare auto e moto che fino a pochi anni fa erano in corsa nei rispettivi mondiali. La Mercedes è quella del 2017, la W08, campione con Lewis.

È davvero solo un gioco, perché considerando l'età dei protagonisti oggi davvero non si può ipotizzare altro. Magari Vale un giorno si darà ai rally, ai raid, alle corse endurance, ma per lui il sogno Formula 1 è finito qualche anno fa quando i regolamenti glielo hanno interrotto sul nascere. Eppure il ragazzo era dotato. Aveva provato prima a Fiorano e poi al Mugello (era il 2008)in una sessione in cui non era in pista da solo, ma con tutti gli altri. Al box Ferrari rimasero impressionati. Perché i parziali del Dottore non erano per niente male. Aveva l'idea, aveva il talento, aveva il tempo. «Se le regole mi avessero consentito di iscrivere tre monoposto, una sarebbe stata per Valentino», ripete sempre l'ex presidente Montezemolo. Ma le regole impedivano addirittura di provare fuori dai weekend di gara e non c'era proprio nessuna possibilità per Valentino.

La Formula 1 di oggi non è fatta per un John Surtees, uno che dopo aver vinto 9 Mondiali in molto con la Mv Agusta passò in Ferrari e divenne campione del mondo anche in Formula 1. Ma era il 1964. E ai tempi i grandi piloti spesso cominciavano in moto per poi raddoppiare le ruote. Cominciarono così anche Nuvolari e Ascari, due nomi che sono entrati nella storia delle corse dalla porta principale. Passavano dalle due alle quattro ruote. Mai che il passaggio fosse inverso. Dalle auto alle moto non è mai capitato, se non per hobby, come Michael Schumacher che una volta chiusa la carriera in Ferrari si dedicò alla superbike tedesca, rimediando però un brutto incidente che poi gli impedì di tornare al volante al posto dell'infortunato Massa. Quello però non fu solo un gioco, ma il bisogno di adrenalina.

Ieri Valentino e Hamilton, 15 mondiali in due (si sono messi insieme per pareggiare Agostini) lo hanno davvero fatto solo per divertirsi. Ci resterà solo un dubbio: chi dei due si sarà divertito di più?

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