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Il Giroud "descamisado". Un teenager nascosto nel campione di 36 anni

Il rossonero decisivo contro lo Spezia. Poi la grave ingenuità di togliersi la maglietta

Il Giroud "descamisado". Un teenager nascosto nel campione di 36 anni

Il quesito è d'obbligo. Si può, a 36 anni, da campione del mondo uscente (con la Francia 2018), altri trofei vinti, commettere la stessa ingenuità che commetterebbe un 16enne? La risposta è naturalmente sì se si parte dall'ultima serata di Olivier Giroud, a Milanello ribattezzato «Oliviero bomber vero» che prima riesce a domare lo Spezia sulla sirena con un gol in acrobazia che solo il giovane Ibrahimovic può annotare nella sua rassegna personale, poi per effetto dell'adrenalina si toglie la maglia dimenticando d'aver già sulle spalle l'ammonizione e si «becca» il secondo giallo con inevitabile rosso da scontare martedì sera a Cremona.

La perla autentica è quello che lui racconta strada facendo, dal prato di San Siro, ai diversi microfoni del post Spezia («sono proprio scemo») e dinanzi alla tv ammette alla fine che «si è dimenticato del giallo precedente».

Tradotto: il 16enne che vive dentro il corpo di un 36enne maturo ed esperto ha preso il sopravvento. E qui bisogna perciò passare dalla bacchettata all'elogio dello spirito incarnato da Giroud che è forse la spiegazione del suo successo professionale e anche la considerazione raggiunta all'interno del gruppo Milan.

Già perché in queste ore che consentono al Milan di tenere il passo dello scatenato Napoli, sarebbe il caso di ricordare con rigore cronistico le feroci critiche arrivate sul conto del francese trasferito, a titolo gratuito, dal Chelsea al Milan, a far coppia con Ibra tra l'altro così da meritare la battuta scontata dei due vecchietti.

Non è stato facile per Giroud liberarsi dell'etichetta scomoda e anche ingenerosa che gli era stata appiccicata più dai tifosi rivali che da quelli di casa Milan. Ma si è conquistato l'affetto eterno del suo popolo con il secondo gol nel derby di ritorno dello scorso torneo finito con lo scudetto sul petto. Da allora è nato un ritornello («si è girato Giroud») che lui stesso ha ripetuto per tutta l'estate e ha preso posto al tavolo dei grandi bomber della real casa rossonera. A dimostrazione che spesso, sia con i debuttanti che con i campioni stagionati, è necessario coltivare la pazienza e anche la fiducia per ottenere, nel calcio, qualche risultato duraturo.

Alla fine tutti a ricordare a quale delle prodezze balistiche più famose, può somigliare quel gol (da dividere con Sandro Tonali, autore di un magistrale cross) di Giroud. E

il primo a evocare il passato è proprio Stefano Pioli che dinanzi a identica perla di Francesco Totti, deve confessare: «Lo fece in un derby contro la Lazio, c'ero io in panchina, eravamo davanti 2 a 0, finì 2 a 2».

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