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Il golf compie il miracolo di unire l'Europa

La Ryder Cup rimane nel Vecchio Continente. Sembrava una barzelletta: un tedesco, un italiano e uno spagnolo...

Il golf compie il miracolo di unire l'Europa

Se c'è una cosa che il golf ci ha insegnato domenica scorsa è che, al di là delle vessazioni da spread, esiste una sola Europa che unita sa davvero versare lacrime e sangue per uno scopo comune. È l'Europa lasciataci in eredità da Severiano Ballesteros. È l'Europa che domenica sera ha saputo spennellare di rosa l'umore di milioni di italiani, belgi, inglesi, spagnoli, svedesi e tedeschi, compiendo un autentico miracolo in terra americana, bombardando di birdies i green di Medinah e stoppando così la corazzata a stelle e strisce giunta praticamente a un minuscolo putt dal successo.

La Ryder Cup dunque resta nel Vecchio Continente, in primis grazie a un giocatore che ha il più alto rendimento nell'intera comunità europea, quel Poulter che, vorace come un piranha, è uscito imbattuto dalla tre giorni di Chicago. Ma la coppa resta da noi soprattutto grazie a un'inusuale alchimia che, per una volta, domenica pomeriggio si è creata tra un tedesco, Martin Kaymer, un italiano, Francesco Molinari, e uno spagnolo, Josè Maria Olazabal. Se il primo ha portato l'assist del pareggio, il secondo ha contribuito in maniera decisiva alla vittoria definitiva e il terzo, da capitano, non ha mai smesso di sostenere i suoi atleti in campo.

Infine, unito nella volontà di celebrare degnamente la memoria di Ballesteros, l'uomo che ha inventato il golf europeo, il team continentale ha trovato proprio nel ricordo dello scomparso spagnolo il cosiddetto uomo in più. Quello che invece è totalmente mancato nella compagine a stelle e strisce; quello che sarebbe dovuto essere Tiger Woods e che invece non è stato o, ancora, quello che il capitano americano ha incredibilmente esodato. Parliamo di Hunter Mahan, vero mastino negli scontri diretti, a cui Davis Love ha preferito Steve Stricker, il cui gioco, conti alla mano, ha però pesato sul punteggio degli Stati Uniti come un incudine piazzato sul piloro.


Ora: Tiger o non Tiger, teniamoci comunque stretta quest'Europa golfistica figlia di Ballesteros, perché, a differenza di quella politica, almeno questa è capace di scorgere le opportunità anche in tempi assai difficili.

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