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Tutto quello che c'è da sapere sulla Serie A 2019-2020

Con gli anticipi Parma-Juventus e Napoli-Fiorentina riparte il campionato di Serie A. Ecco tutte le cose che bisogna sapere per approcciarsi al meglio a una nuova, emozionante stagione all'insegna del gioco più bello del mondo

Tutto quello che c'è da sapere sulla Serie A 2019-2020

Novanta lunghissimi giorni. È quanto hanno dovuto attendere gli appassionati di calcio per l'inizio del nuovo campionato, che riparte sabato pomeriggio con gli anticipi Parma-Juventus (ore 18) Fiorentina-Napoli (20.45). Dal 26 maggio al 24 agosto, a dominare la scena è stato il mercato. Ora, finalmente, si può tornare a parlare di calcio giocato. Come ogni anno, le speranze dei tifosi dovranno fare i conti con la realtà. Qualcuno lotterà per lo scudetto, qualcun altro per non retrocedere. In mezzo, le squadre che proveranno a dare un senso alla loro stagione inseguendo un piazzamento europeo. Ecco la griglia di partenza della Serie A.

Lotta scudetto

La Juventus, dopo avere dato l'addio a Massimiliano Allegri, riparte con Maurizio Sarri per vincere il nono titolo consecutivo. Per mentalità e tradizione, la Vecchia Signora non è mai sazia di vittorie. Ma il vero obiettivo stagionale resta la Champions League, che alla Juve manca dal 1996. Ed è stato proprio il sogno della coppa dalle grandi orecchie a convincere la dirigenza bianconera a dare il benservito ad Allegri per abbracciare il "bel gioco" di Sarri. Con l'ex tecnico di Napoli e Chelsea, a Torino è sbarcata una pattuglia di campioni pronti a dare una mano a Cristiano Ronaldo: De Ligt, Rabiot, Ramsey, Danilo. Basteranno? Per confermarsi al vertice in Italia, probabilmente sì. Eppure rimane un'incognita di fondo: la capacità di Sarri di mescolare estetica e pragmatismo.

Lo stesso pragmatismo che anima Antonio Conte e la sua Inter. Il tecnico salentino ha accettato la panchina nerazzurra per interrompere la dittatura bianconera. Il suo arrivo alla Pinetina ha fatto diverse vittime eccellenti: Perisic, Nainggolan e soprattutto l'ex capitano Icardi, ancora in attesa di una sistemazione (ma alla fine potrebbe restare). Il nuovo numero 9 nerazzurro è Lukaku, a cui vanno aggiunti i vari Barella, Sensi, Lazaro e Godin. Ma l'acquisto più importante rimane quello di Conte, che fedele alla sua fama di combattente potrebbe portare l'Inter molto in alto. Anche sopra la Juventus, chissà...

Tra le due litiganti prova a inserirsi il Napoli. Principale rivale della Juventus negli ultimi anni, la squadra allenata da Carlo Ancelotti sembra pronta più che mai ad assaltare il Palazzo d'inverno. L'ennesimo secondo posto alle spalle della Vecchia Signora, ottenuto la scorsa stagione, non basta più all'esigente pubblico napoletano, compatto nelle accuse al presidente De Laurentiis di non spendere abbastanza sul mercato per provare a insidiare la Juventus. Quest'anno, però, il patron della Filmauro fa sul serio. Sotto il Vesuvio sono arrivati Manolas, Di Lorenzo e Lozano. Rivoluzionata la fascia destra della squadra e mantenuta l'ossatura della rosa, il Napoli può puntare al titolo. Molto dipenderà dai gol della coppia Insigne-Mertens, e forse - staremo a vedere - anche di Icardi.

Lotta Champions

Sulla carta, sono tre le squadre a contendersi il quarto posto, l'ultimo per la Champions. La prima è il Milan. Dopo la delusione della scorsa stagione, con la qualificazione alla coppa dalle grandi orecchie sfumata per un punto, i rossoneri ripartono con un nuovo allenatore. Via Gattuso, dentro Marco Giampaolo. L'ex tecnico della Sampdoria è alla sua prima avventura con una big. Benedetto da Arrigo Sacchi, non ha l'obbligo di andare in Champions League. A dirlo è anche il mercato rossonero, il primo condotto dalla premiata ditta Maldini-Boban. Hernandez, Krunic, Duarte, Bennacer, Rafael Leao sono nomi che non scaldano la piazza, ma che grazie a Giampaolo potrebbero far sognare i tifosi rossoneri.

Come il Milan, anche la Roma ha cambiato allenatore. Dopo la staffetta Di Francesco-Ranieri, a Trigoria è arrivato il portoghese Paulo Fonseca. L'ex allenatore dello Shakhtar ha costruito pezzo per pezzo i giallorossi, per la prima volta orfani di Totti e De Rossi. Rispetto all'anno passato, c'è stato un repulisti che ha portato a Trigoria un mix di giocatori giovani e affermati: Pau Lopez, Spinazzola, Mancini, Diawara e Veretout. È rimasto Dzeko, a lungo oggetto del desiderio dell'Inter prima di rinnovare il contratto con i giallorossi. E con lui i trequartisti che sotto la guida di Ranieri avevano perso la bussola: Zaniolo (non solo per motivi tattici), Under, Perotti, Pastore e Kluivert. Il quarto posto è più che un'ipotesi.

Occhio, però, ai cugini della Lazio. Insieme al Napoli, la squadra biancoceleste è l'unica big ad avere ancora lo stesso allenatore: Simone Inzaghi, che dopo un lungo tira e molla con il presidente Lotito ha deciso di rimanere alla Lazio. Con lui la maggior parte dei giocatori che l'anno scorso hanno vinto la Coppa Italia, compreso Milinkovic-Savic. Salvo offerte monstre dell'ultima ora, il centrocampista serbo continuerà a occupare la sua solita posizione nel 3-5-2 che da anni rappresenta il marchio di fabbrica delll'altra squadra romana. Quest'anno, la rosa è stata rimpolpata dagli innesti di Vavro e Lazzari. Ci sono grandi aspettative su Correa, autore di un ottimo precampionato e probabile spalla d'attacco di Immobile, reduce da un'annata così così e pronto al riscatto per prendersi una maglia per gli Europei 2020.

Lotta Europa League

Che stagione attende l'Atalanta? È la domanda che si fanno in molti. Dopo lo straordinario terzo posto dell'anno scorso, la squadra di Gasperini dovrà cercare di confermarsi sugli stessi livelli. Non sarà facile. Un po' perché gli avversari conoscono la sua forza, un po' perché l'impegno in Champions League rischia di portare via alla Dea energie preziose. In estate, la società del presidente Percassi ha portato avanti un mercato intelligente. Oltre a Muriel, la rosa è stata arricchita dall'esperienza internazionale di Skrtel e dall'ucraino Malinovskyi. Giocatori funzionali al gioco spumeggiante di Gasperini, pronto a sorprendere tutti per la seconda volta. Ecco perché all'Atalanta conviene partire da dietro, senza i favori del pronostico: solo così può ripetere il miracolo di pochi mesi fa.

Un'altra squadra chiamata a confermarsi è il Torino. Il settimo posto dell'anno scorso, grazie alla defezione del Milan, ha permesso agli uomini di Mazzarri di qualificarsi ai preliminari di Europa League. In attesa del match di ritorno contro il Wolverhampton, i granata iniziano il campionato consapevoli della loro forza, fisica e mentale. Colpi di mercato non ce ne sono stati. Confermato il blocco che tanto ha fatto bene l'anno scorso, compreso Belotti per il quale sono state rifiutate offerte importanti provenienti dall'Inghilterra. Ora, però, qualcosa dovrebbe muoversi. Il presidente Cairo ha fatto intendere che qualche giocatore nuovo arriverà. Anche se non va dimenticato che la società granata ha già speso molto per riscattare giocatori come Zaza, Djidji e Aina che, l'anno scorso, hanno fatto molto bene.

Ma attenzione alla Fiorentina. Con l'arrivo alla presidenza dell'imprenditore italo-americano Rocco Commisso, i viola hanno dimostrato di volere fare sul serio. Dopo la salvezza all'ultima giornata centrata l'anno scorso, la società gigliata ha preso Lirola, Boateng, Badelj e Pulgar. Fino alla ciliegina sulla torta, Ribery, che a 36 anni sbarca per la prima volta nel nostro campionato per provare a trascinare in Europa i compagni. Tra cui spicca Chiesa, protagonista di una telenovela a cui Commisso ha messo la parola fine convincendolo personalmente a scacciare le sirene provenienti da Inter e Juventus. La Viola, in Serie A, è la squadra che più di tutte può spiccare il volo. Sarà importante anche la voglia di riscatto di mister Montella, reduce da alcune stagioni disastrose dopo la buona esperienza al Milan.

La "terra di mezzo"

Poi ci sono le altre. Termine ingeneroso dato che nel lotto delle squadre destinate a occupare il mare magno del centro-classifica ci sono società dal passato glorioso. Per non fare torto a nessuno, le elenchiamo in ordine alfabetico. Promette scintille il Bologna di Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo, travolto dall'affetto di tutti i tifosi italiani dopo la leucemia che lo costringerà a rimanere fuori dai giochi per un po' di tempo, vuole riportare il club in alto attraverso un gioco offensivo e in verticale. Confermato il blocco che tanto bene ha fatto nel girone di ritorno dello scorso campionato, compresi Orsolini e Sansone. È partito Pulgar, in compenso sono arrivati Tomiyasu, Denswil, Schouten e il promettente Skov Olsen, un'altra freccia per l'arco offensivo del sergente di ferro Sinisa.

Se il Bologna punta tutto sull'attacco, il Cagliari fa lo stesso con il centrocampo. E che centrocampo. La cessione all'Inter di Barella ha portato nelle casse rossoblù un bel gruzzolo prontamente reinvestito nell'acquisto di tre giocatori da big: Rog, Nandez e soprattutto Nainggolan, alla sua seconda esperienza in Sardegna dopo quella che lo portò a diventare uno dei simboli della Roma. Ma non è finita qui. Il tecnico rossoblù Maran, infatti, potrà contare nuovamente sullo sprint del giovane Luca Pellegrini, preso in prestito dalla Juventus. Confermatissimi Pavoletti, Joao Pedro, Birsa e Castro, elementi di un reparto offensivo di tutto rispetto per una squadra che, probabilmente, non lotterà soltanto per la salvezza, provando a inserirsi nella colonna sinistra della classifica.

C'è chi invece, come il Genoa, ha rivoluzionato la squadra. Il Grifone, l'anno scorso, si è salvato dalla retrocessione grazie alla regola degli scontri diretti. Le porte dell'inferno si sono richiuse all'ultima giornata e il presidente Preziosi, non volendo più correre rischi, ha dato il via a una campagna acquisti importante. Dopo avere sostituito Prandelli con Andreazzoli, il patron rossoblù ha messo a segno diversi colpi. Oltre a Barreca, Zapata, Gumus e Pajac, sono arrivati Schone dall'Ajax e Pinamonti dall'Inter. I tifosi, che da anni contestano il presidente invitandolo senza troppi giri di parole a vendere la società, hanno apprezzato gli sforzi di Preziosi riempiendo completamente lo stadio di Chiavari in occasione del turno preliminare di Coppa Italia vinto 4-1 contro la malcapitata Imolese.

Un'altra squadra in cerca di identità è il Parma. Dopo le tre promozioni consecutive dalla D alla A, l'anno scorso i gialloblù hanno centrato una comoda salvezza. A dare una mano sono stati giocatori come Gervinho, Kucka e Inglese. Quest'ultimo è il grande acquisto di quest'anno, essendo stato riscattato dal Napoli da cui la scorsa stagione era arrivato solo in prestito. Gli altri nomi nuovi sono quelli di Hernani, Brugman, Laurini e Karamoh. Il progetto tecnico del Parma ruota attorno al 4-3-3 del confermato tecnico D'Aversa, che quest'anno proverà a giocare in modo più spregiudicato per regalare nuove emozioni al pubblico del Tardini, abituato fino a poco tempo fa a lottare per l'Europa. Quest'anno è ancora presto, ma ci sono tutte le premesse per fare una buona stagione.

Ma il vero obiettivo del Genoa è un altro: soffiare la supremazia cittadina ai cugini della Sampdoria. Privati di mister Giampaolo, sostituito con Di Francesco, i blucerchiati hanno vissuto un'estate strana con il pensiero dei tifosi rivolto, più che al mercato, alla trattativa tra il presidente Ferrero e il "gruppo Vialli" per la cessione della società. Dopo mesi di indiscrezioni, le due parti hanno sottoscritto una lettera di intenti che potrebbe portare, entro settembre, al cambio della guardia. Nel frattempo, sono andati via i gioielli Praet e Andersen. Percorso inverso per Murillo e i giovani Chabot, De Paoli, Augello, Thorsby. Manca solo l'ufficialità per il ritorno di Defrel, mentre Di Francesco continua a chiedere rinforzi. Chissà che nelle ultime ore di mercato non arrivi anche Verdi.

Stesso discorso per il Sassuolo. Il club emiliano è ormai una certezza del nostro campionato. Merito di una tra le società più organizzate della Serie A, che ha appena inaugurato il nuovo centro sportivo e non gradisce il ruolo di sparring partner che qualcuno vorrebbe appiopparle. La nuova stagione dei neroverdi inizierà come sempre all'insegna della continuità. Stessa dirigenza, stesso allenatore (De Zerbi), stessa voglia di continuare a stupire. Ancora una volta, la stella Berardi è rimasta al suo posto. A rinforzare la rosa sono arrivati Obiang, Traorè e Toljan. Anche quest'anno, il Sassuolo saprà farsi rispettare.

Lotta per non retrocedere

Sulla carta, saranno cinque le squadre in lotta per la salvezza. Quella messa meglio, in teoria, è l'Udinese. Da qualche anno, il club friulano sembra essersi rassegnato a un ruolo di comprimario. A rinforzare la rosa - in cui la stella è De Paul - è arrivata la solita infornata di giocatori stranieri sconosciuti, tolti Jajalo e Nestorovski provenienti dal fallito Palermo. Al tecnico Tudor il compito di trascinare la squadra fuori dalle zone calde. Stesso obiettivo della Spal, allenata per il sesto anno di fila da Semplici e protagonista l'anno scorso di un ottimo campionato. Merito soprattutto dei 16 gol di Petagna e di un calcio al tempo stesso pratico e bello da vedere. È partito Lazzari, ma in compenso sono sbarcati a Ferrara due esterni di tutto rispetto come D'Alessandro e Di Francesco.

Infine, un rapido giudizio sulle tre neopromosse. Quella con le maggiori possibilità di salvezza è certamente il Brescia. La società lombarda ha messo a segno uno dei più suggestivi colpi di mercato dell'anno: Mario Balotelli. Supermario ha deciso di vestire la maglia della squadra della sua città per inseguire il sogno azzurro. Nel 2020 ci sono gli Europei e Balo vuole convincere il c.t. Mancini a riportarlo in nazionale. Curiosità attorno al Lecce, che torna in Serie A dopo sette anni. Il leader dei salentini sarà Lapadula, voglioso di far dimenticare la sua disastrosa esperienza al Genoa. Infine, ecco il Verona. La squadra gialloblù torna in massima serie dopo un solo anno di purgatorio.

Ben 10 acquisti per l'Hellas, che però punterà ancora una volta sull'esperienza del 35enne Pazzini.

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