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"Hanno l'agente da piccoli e vanno dove gli conviene"

"Hanno l'agente da piccoli e vanno dove gli conviene"

Il terzo punto di vista, oltre a quello dei bambini e a quello dei genitori, è quello delle società. Agostino Malavasi della Polisportiva Cimiano è il presidente e alla fine dell'anno deve far quadrare i conti. «Un bambino paga 330 euro di retta annuale ma a noi ne costa più o meno 1400 - spiega -, quindi dobbiamo rientrare con qualche sponsorizzazione, con l'affitto dei campi e con la vendita dei giocatori ad altre società. Il punto è che fino ai 16 anni ogni 30 giugno i ragazzi sono liberi. La federazione dovrebbe modificare l'articolo 96 delle Noif (le norme operative interne della Figc, ndr), quello che disciplina i cosiddetti premi di preparazione: se un ragazzo cambia squadra è giusto che anche alla società di provenienza venga riconosciuta una parte del premio».

In scala, non è per niente diverso da quello che succede con i professionisti come Donnarumma che quando vanno via a parametro zero lasciano con un palmo di naso i club che li hanno cresciuti e formati. E le similitudini non si fermano qui. «Ormai una volta che arrivano alle categorie Giovanissimi e Allievi hanno già tutti il procuratore - continua Malavasi -. Non quelli famosi, sono gli scagnozzi di quelli famosi che all'inizio lavorano gratis e poi quando i ragazzi più bravi firmano i primi contratti veri vogliono rientrare dell'investimento. Il calcio è in mano a loro fin dalle giovanili». Ed è cambiato, negli ultimi vent'anni è cambiato profondamente.

È cambiata anche la mentalità dei ragazzini, che appena capiscono di valere pensano subito alla carriera alla faccia del romanticismo. «Sì - conferma Malavasi -, ormai non pensano più a rimanere per sempre nella squadra per cui fanno il tifo.

Vanno dove più gli conviene fin da quando sono piccoli».

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