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Higuain illumina Milano, doppietta del bomber e il Chievo va al tappeto

L'argentino segna ed è anche leader in campo Ottima intesa con Suso, Bonaventura la chiude

Higuain illumina Milano, doppietta del bomber e il Chievo va al tappeto

Milano Terzo successo di fila, dieci gol collezionati tra campionato ed Europa league: che succede al Milan, un anno fa squadra senza artigli e adesso diventata all'improvviso una macchina da gol? La spiegazione è molto semplice, didascalica: Higuain. Al cospetto della difesa di carta velina del Chievo, il figurone è garantito ma Gonzalo non è soltanto il terminale di un calcio geometrico e divertente che adesso produce anche punti e reti in quantità adeguata. Per questo Milan, alle prese con un faticoso passaggio da una condizione di grande decaduta al recupero dell'antica gloria, è molto più che uno straordinario bomber. È dai tempi di Ibrahimovic che il club non ha avuto a disposizione un talento balistico come l'argentino il quale nel frattempo, da Torino a Milano, è diventato anche una sorta di allenatore in campo per i suoi, capace di dettare tempi, offrire consigli, suggerire posizioni, oltre che pretendere rifornimenti adeguati. Già, proprio come Ibra che adesso è inserito nell'elenco dei possibili arrivi a gennaio poiché la rosa ha una casella vuota in attacco. Raiola ha già dato parere favorevole alla trattativa: nelle abitudini dell'agente è molto più di una semplice disponibilità.

A Cagliari Higuain ha cominciato a seminare sigilli e non ha più smesso: 6 squilli in sette partite, tra campionato e coppa, rappresentano la sua attuale striscia. Degna dell'Higuain napoletano, verrebbe da aggiungere. Con il contributo decisivo di Suso. Con Sarri capitalizzò l'intesa straordinaria realizzata con Insigne e Callejon, divennero le sue muse. A Milano, Gattuso ha battezzato al ruolo di suggeritore Suso cui da settimane ha ripetuto la raccomandazione: impara a servire prima e meglio Higuain. A furia di martellare lo spagnolo, è arrivato il frutto ieri pomeriggio. In due occasioni Suso ha servito comodo e preciso Higuain e due volte l'argentino ha timbrato il cartellino raccogliendo l'ovazione di San Siro che gli ha dedicato lo stesso coro, un tempo coniato, per Kakà addirittura. Questioni di rima ma non solo. Perché Higuain è molto più di un centravanti fatto e finito. Ha saltato Empoli (pareggio) con qualche rimorso e Sassuolo dove è stato rimpiazzato alla grande da Kessiè e Suso.

C'è un altro numerino però che non può far dormire sogni tranquilli al tecnico calabrese. Da tredici turni, conteggiando anche il finale dello scorso torneo, il Milan continua a subire gol. L'ultimo zero in condotta difensiva è fermo al pari domestico col Napoli di Sarri. D'accordo, questa volta non si tratta di una giocata irresistibile del Chievo ma di un retro-passaggio di Kessie finito sui piedi di Pellissier che approfittando dello smarrimento di Zapata e Musacchio è riuscito a incrementare il suo tabellino (109 gol in serie A, mica noccioline) e rendere meno amaro a umiliante il viaggio dei suoi a San Siro. Donnarumma non è chiamato in causa ma non può nemmeno sentirsi esente da censure per via di qualche incertezza sui rilanci che sono diventati il suo tallone d'Achille. Il gol preso è un pasticcio collettivo tra Zapata, Kessie e Musacchio, segno che tutto il dispositivo rossonero aveva staccato la spina sul 3 a 0 confezionato da Bonaventura. Il Chievo, ieri senza Giaccherini, è un fantasma di squadra.

Nemmeno il mago Otelma può rianimarlo.

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