Brasile 2014

Da Hulk alla "Pulce", un libro ripercorre la storia di 85 anni di soprannomi

Tanti i soprannomi nel Mondo del calcio e un libro da poco edito ne svela origine e motivi

"Le Roi" al cospetto del "divin Codino"
"Le Roi" al cospetto del "divin Codino"

Uno degli aspetti più simpatici e caratteristici del calcio è quello dei soprannomi che hanno accompagnato la carriera non solo dei fuoriclasse assoluti, come Maradona o Roberto Baggio, ma anche di giocatori che non si sono avvicinati a tali livelli di eccellenza.

Un libro, edito da Rizzoli e dall'evocativo titolo "L'Abatino, il Pupone e altri fenomeni", svela le origini dei soprannomi dei calciatori, dagli anni post crisi del 1929 fino ad oggi e oltre a vicende già note, come il perché dei soprannomi di Maradona o Baggio, sono svelate le origini di oltre 1400 soprannomi, creati da addetti ai lavori, tifosi o, addirittura, nati all'interno della squadra.

Guardando ai campioni di oggi ci si può rendere conto di come il gesto di Suarez, che ha morso Chiellini in occasione del recente match tra le due compagini, non sia poi giunto così inaspettato. E', infatti, il soprannome che si porta dietro da quando è diventato professionista. Il motivo di tale soprannome è, ovviamente, il suo carattere aggressivo e rissoso, di cui ha dato più volte prova anche prima del match con l'Italia.

Tra chi sta ancora disputando il Mondiale opposte sono le storie legate ai soprannomi di Messi e di Givanildo Vieira de Souza. Chi è quest'ultimo? Niente meno che Hulk, il quale è conosciuto con tale appellativo perché il suo idolo, da bambino, era Lou Ferrigno, interprete della serie "L'incredibile Hulk" e lui ha fatto di tutto per avere un fisico possente. Messi invece è conosciuto come "La Pulce" in conseguenza di un problema ormonale che ne arrestò la crescita. La famiglia lo fece curare a Barcellona e il problema fu risolto, ma il soprannome è rimasto.

Tra i calciatori nostrani che hanno partecipato alla fase finale, spicca Andrea Pirlo. Il centrocampista è, infatti, chiamato "Mozart", mentre nel periodo in cui ha militato nel Milan veniva definito "Metronomo". Tra gli altri giocatori della nostra compagine, viste le prestazioni scadenti, fanno un po' impressione i soprannomi con cui sono da sempre conosciuti Cassano e Balotelli. Il primo, che con il deludente torneo è entrato definitivamente nel poco ambito "club" dei talenti mai del tutto esplosi del nostro calcio, viene chiamato da anni "Fantantonio", mentre Balotelli, dopo il grande europeo di due anni fa, è stato "battezzato" come "Supermario".

Volgendo lo sguardo al passato non si può non citare Gianni Agnelli, il quale inventò nomignoli per molti tra i campioni bianconeri. Ad esempio, visto che Gentile è nato in Libia, non esitò a chiamarlo, quando ne parlava, "Gheddafi". Sono storici anche i soprannomi dati a Platini e Boniek, i quali vennero da lui definiti "Bello di giorno e Bello di notte", in quanto il francese, ribatezzato anche " Le Roi" era decisivo in Serie A e il Polacco lo era nelle notti europee. Infine, nessuno può dimenticare il "Pinturicchio" affibbiato ad un giovane Del Piero.

Correva il 1995 e l'accostamento con il pittore rinascimentale, che fino ad allora quasi nessuno conosceva, fu azzeccatissimo, visto che ancora oggi l'ultimo grande campitano bianconero viene così soprannominato.

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