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I brianzoli "nerazzurri" e il Diavolo rivoluzionato

Nei quasi 111 anni di storia del Monza che separa distintamente il prima dal poi

I brianzoli "nerazzurri" e il Diavolo rivoluzionato

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Nei quasi 111 anni di storia del Monza che separa distintamente il prima dal poi: dal 28 settembre '18, con Fininvest al timone, alla serie A sono state accostate le parole sogno, poi promessa e infine realtà. Il trofeo al presidente Silvio Berlusconi non è un semplice omaggio a chi ha cambiato la storia del club, ma la celebrazione di una mentalità diversa, cullata anche dai sogni d'Europa vissuti da neopromossa. E Mister Palladino rivela: «Il presidente ci manca tantissimo. Ci voleva bene, ci faceva stare bene e ci ha messo nelle condizioni in pochi anni di portare questa club in Serie A. Personalmente sarò grato a lui per tutta la vita». E se a Luigi Berlusconi è stato intitolato il centro sportivo di Monzello, una mozione in consiglio comunale ha avanzato la proposta di intitolare lo U-Power Stadium al presidente che con Paolo Berlusconi e Adriano Galliani ha reso Monza un nuovo centro di gravità del calcio italiano. Il rinnovo del corteggiatissimo Palladino, l'arrivo di Gagliardini, D'Ambrosio e Valentin Carboni dall'Inter, ma anche di Cittadini dell'Atalanta, Kyriakopoulos dal Sassuolo e Gori dalla Juve, hanno già detto della voglia di conferma dei brianzoli. Capaci sin qui di resistere alle lusinghe delle big per Carlos Augusto e di prolungare con Machin e Mota, perdendo per fine prestito solo 2 titolari (Sensi e Rovella). Nonostante in rosa ci sia un fresco campione europeo Under 19 come Vignato, ci si muoverà per una punta.

Dopo il 2-2 in amichevole con l'Everton, ecco il Milan rivoluzionato in estate: in tribuna non ci sarà più Paolo Maldini e in campo mancherà Sandro Tonali. Tra i nuovi, titolari Loftus-Cheek e Reijnders a centrocampo, Pulisic nei tre d'attacco.

Poi Sportiello, Romero e Okafor in panchina con Musah e Chukwueze dopo i primi allenamenti con i rossoneri.

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